Usa, Oklahoma torna indietro di 50 anni: varata la legge più restrittiva sull’aborto

Usa, Oklahoma torna indietro di 50 anni: varata la legge più restrittiva sull’aborto. L’interruzione di gravidanza è vietata a partire dal concepimento. Poche le eccezioni.

Nelle scorse ore, il governatore repubblicano dell’Oklahoma, Kevin Stitt, ha firmato un disegno di legge che vieta gli aborti dalla fase di “fecondazione”, e consente dunque ai cittadini comuni di citare in giudizio i favorevoli alla procedura che “consapevolmente” eseguono o inducono un aborto “su una donna incinta”.

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l’Oklahoma torna indietro di 50 anni varata la legge più restrittiva sull’aborto – meteoweek.com

Un divieto che parte fin dal concepimento, e che rende lo stato il paese con le normative più restrittive in termini di interruzione volontaria della gravidanza. In base al provvedimento, gli aborti sono perciò vietati in qualsiasi fase della gravidanza, ad eccezione delle emergenze mediche o se la gravidanza è stata conseguenza di stupro, violenza sessuale o incesto – casi che devono essere denunciati alle forze dell’ordine.

 “In Oklahoma ci alzeremo sempre in piedi per tutta la vita”

Il disegno di legge (HB 4327) promulgato dal governatore dell’Oklahoma è tra i più severi della nazione in merito all’aborto, ed è un chiaro rimprovero delle protezioni concesse nel caso storico Roe v. Wade del 1973, che legalizzò l’interruzione volontaria di gravidanza a livello nazionale. Una coalizione di sostenitori e difensori dei diritti dell’aborto hanno già denunciato di essere pronti ad ostacolare la legge, che entra in vigore immediatamente.

Una legge che porta indietro il paese di 50 anni, e che considera consideri una gravidanza già a partire dalla fecondazione, e non all’impianto. Tale disegno, comunque, non limita l’uso di forme di contraccezione, che impediscono cioè a un ovulo fecondato di impiantarsi nell’utero – e non viene nemmeno applicata nei casi in cui la fecondazione è conseguenza di stupro, violenza sessuale o incesto.

“Ho promesso al popolo dell’Oklahoma che come governatore avrei firmato qualsiasi legge pro-vita che fosse stata presentata, e sono orgoglioso di aver mantenuto quella promessa oggi”, ha spiegato il repubblicano Kevin Stitt, in una dichiarazione. “Dal momento che la vita inizia dal concepimento, abbiamo la responsabilità come esseri umani di fare tutto il possibile per proteggere la vita sia del bambino che della madre. Se altri stati vogliono approvare leggi diverse, questo è un loro diritto, ma in Oklahoma ci alzeremo sempre in piedi per tutta la vita”, ha sottolineato Stitt.

Nel frattempo, fa sentire la sua voce l’organizzazione Planned Parenthood, che difende il diritto all’interruzione di gravidanza. Pronta a “citare in giudizio l’Oklahoma”, l’organizzazione ha spiegato su Twitter che “questo divieto deve essere fermato, insieme a tutti gli altri divieti che questo stato ha approvato nell’ultimo mese”.

Sulla faccenda si è espressa anche Nancy Northup, presidente e CEO del Center for Reproductive Rights. “Stiamo assistendo all’inizio di un effetto domino che si diffonderà in tutto il sud e nel Midwest. In questo momento, i pazienti in Oklahoma vengono gettati in uno stato di caos e paura. Quel caos si intensificherà quando anche gli stati circostanti interromperanno l’accesso all’interruzione di gravidanza. Noi non smetteremo di combattere per il popolo dell’Oklahoma e per tutto il paese”, ha incalzato Northup.

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