Morte Leonardo Del Vecchio, dall’impiego come garzone in fabbrica a manager: vita privata e carriera

Leonardo Del Vecchio è morto a 87 anni oggi, 27 giugno 2022, ed è stato un grande imprenditore italiano, fondatore di Luxottica. 

Era l’ultimo di quattro figli l’imprenditore Leonardo Del Vecchio, morto oggi, 27 giugno, a 87 anni. Restò presto orfano di padre e fu mandato da sua madre dai Martinitt, dove si trattenne fino a 15 anni, quando trovò un impiego come garzone in una fabbrica di incisione coppe e medaglie.

Leonardo Del Vecchio-meteoweek.com

L’esperienza dai Martinitt e poi quella da garzone forgiarono il suo carattere e rappresentarono una scuola di vita. Nel 1961, Del Vecchio fondò Luxottica, e la vera e propria svolta avvenne nel 1971, che lui narrò così:«Con una decina di modelli ideati e realizzati da me e Luigi Francavilla (uno degli uomini più vicini all’imprenditore) ci presentammo al Mido. Eravamo timorosi di non riuscire a vendere granché, invece fu un successo inaspettato. Tornammo ad Agordo stanchissimi e felici e con la consapevolezza che il nostro futuro era cambiato per sempre».

Sono due le strategie alla base dell’enorme successo di Luxottica, leader a livello internazionale nell’ambito degli occhiali. La prima mossa giusta è stata investire nei negozi di proprietà e l’altra, acquisizione marchi. In particolare Rayban, famosissimo brand Usa che Luxottica ha rilevato nel 1999 e del brand Oakley, nel 2007.

Luxottica è produttrice per i più grandi marchi di lusso quali Prada, Valentino, Armani. Se Luxottica ha avuto percorso molto ben definito e trasparente, più complicata è la rete familiare di Del Vecchio.

Vita privata del super manager

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Leonardo Del Vecchio ha avuto sei figli da tre diverse relazioni e doppie nozze con la stessa donna, Nicoletta Zampillo, con cui si è sposato nuovamente nel 2010. Dal primo matrimonio con Luciana Nervo, Del Vecchio ha avuto tre figli: Claudio, Marisa e Paola. Leonardo Maria è invece il figlio avuto da Nicoletta Zampillo, mentre altri due figli, Luca e Clemente, sono nati dall’unione con Sabina Grossi.

Del Vecchio ha pensato per tempo alla questione eredità. Ha quindi stipulato una prima intesa con cui ha ceduto a ogni figlio l’usufrutto di un sesto della holding Delfin, che gestisce oltre a Luxottica, anche altre partecipazioni, quali Unicredit e Generali. Quando si risposa con Nicoletta Zampillo, modifica gli assetti di successione. Si reintesta il 25% di Delfin, che riserva a sua moglie nel testamento e diminuisce le quote dei suoi figli.

Dopo essere stato per anni in prima linea, aveva deciso di passare il testimone ai manager, affidandosi ad Andrea Guerra, nel 2004. Guerra resterà per dieci anni e poi andrà via all’improvviso nel 2014. A tal proposito, Del Vecchio, all’epoca, commentò:«Avevo scelto un manager giovane, il dottor Guerra, pensando di non occuparmi più direttamente di Luxottica. Fino a quando l’amministratore delegato, che era il capo azienda, non ha iniziato a interessarsi ad altro. Gli ho fatto una domanda su quali fossero le sue intenzioni, come è normale che sia e come ha fatto oggi il consiglio anche con me. Mi ha risposto che volevo prendere il suo posto, mettendomi con le spalle al muro».

Nel gennaio del 2016, dopo l’uscita di Guerra, sostituito da due co-amministratori delegati, Del Vecchio torna al timone dell’azienda. Secondo uomo più ricco del nostro Paese, e 62esimo secondo Fobes a livello mondiale, nel 2021 la sua ricchezza era giunta a 25,8 miliardi di dollari. «Di giorno lavoravo e di sera frequentavo i corsi dell’Accademia di Brera per imparare a disegnare e incidere. Quel periodo e il rapporto con i miei maestri mi hanno lasciato alcuni importanti insegnamenti: la disciplina, il metodo e le competenze che mi avrebbero poi consentito di avviare», ha raccontato Del Vecchio tempo fa. Ha poi spiegato:«Per anni il mio pranzo è stato a base di cavoli bolliti. Il loro odore mi ricorda la grande fatica, i sogni che avevo di fare qualcosa di mio, magari piccolo, ma dove mettere a frutto le mie idee e le mie capacità. Oggi troppi giovani tendono a dare la responsabilità della loro condizione ad altri pensando di non essere aiutati abbastanza dal Paese, dai genitori. Io ho sempre pensato di essere un privilegiato per la passione e per l’enorme voglia di fare. Ero certo che tutto sarebbe dipeso da me e dal mio lavoro».

La sua azienda è sempre stata nominata parlando di welfare aziendale, ossia degli incentivi oltre lo stipendio come buoni spesa, permessi maternità e paternità ecc. Per i suoi 80 anni, Del Vecchio regalò a tutti i suoi lavoratori italiani 140mila azioni Luxottica da 9 milioni di euro, spiegando loro che erano «i veri artefici del successo della nostra impresa. In tutte le fasi della mia vita e di quella di Luxottica i miei collaboratori hanno fatto la vera differenza. Più dei marchi, delle catene di distribuzione, dei macchinari di produzione.Le persone, in fabbrica o nei mercati, con la loro passione per il lavoro, l’attaccamento all’azienda e la capacità di fare squadra ci hanno permesso di affermarci in tutto il mondo, di resistere nei momenti difficili e di cogliere appieno ogni opportunità». 

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