Letta vuole un Campo largo senza il M5S, Grillo chiama Raggi e Di Battista

Il Centrosinistra formato da M5S e Pd è finito, Letta lo ha detto chiaramente. Ora il segretario dem guarda soprattutto al centro per trovare nuovi alleati in vista delle elezioni politiche. I pentastellati giocano la carta della disperazione: richiamare Alessandro Di Battista e l’ex-sindaca di Roma Virginia Raggi. 

Enrico Letta chiude definitivamente l’esperienza di alleanza tra Partito Democratico e Movimento 5 Stelle. Pesa troppo la rottura innescata da Giuseppe Conte nella maggioranza che ha portato alla fine dell’esecutivo guidato da Mario Draghi, inoltre l’ambiguità dell’avvocato ed ex-presidente del Consiglio non lascia tranquillo il segretario dem che ora si guarda intorno per trovare nuovi alleati.

Letta conferma la volontà di lasciare lasciare i pentastellati al loro destino, “in queste elezioni è irreversibile, lo abbiamo detto, lo avevo detto prima” afferma. “Avevo detto a Conte se prendete una decisione di questo tipo questa sarà la conseguenza e siamo lineari con questa scelta“. Del resto i sondaggi danno il M5S in picchiata, tra scissioni e liti interne. “Noi siamo più progressisti del Movimento 5 stelle” polemizza Letta con il capo politico del M5s il quale accusa il Pd di utilizzare toni arroganti.

Meglio quindi aprire ad altri per completare quel Campo largo inaugurato del segretario dem. Dialogo aperto quindi con Sinistra Italiana che sarà della partita, con MdP – Articolo Uno, con i Socialisti e i Verdi con i quali ci sono ottime possibilità di chiudere l’accordo. Ora si ragiona con Italia Viva ma soprattutto con Carlo Calenda che domani presenterà il manifesto di Azione con +Europa in vista delle elezioni politiche.

I CORTEGGIAMENTI VERSO IL CENTRO

Non finisce qui, il Pd guarda soprattutto tra coloro che hanno concluso la loro esperienza di governo in polemica con il Centrodestra ma che approvano l’agenda di Mario Draghi, ovvero gli ex-Forza Italia che hanno appena lasciato in partito. In particolare Mariastella Gelmini e Mara Carfagna.

Da parte di Calenda di sono buone possibilità: “Apprezzo il fatto che finalmente abbia detto no ai 5 stelle – afferma il leader di Azione -. Noi siamo pronti a discutere, ma con chiarezza sul gas e i rigassificatori o sui rifiuti e i termovalorizzatori. Se no tradiamo l’idea dell’agenda Draghi“. Anche Renzi sembra dare spiragli, del resto i sondaggi di Italia Viva sono poco lusinghieri e senza alleati non avrà futuro. “Non è il momento di discutere di alleanza. Saremo ancora decisivi” afferma l’ex-presidente del Consigli, ma è una tattica per alzare la posta in vista della Leopolda straordinaria indetta per il 1 settembre.

CAMBIO DI ROTTA NEI 5 STELLE

Da parte sua anche il M5S ha bisogno di alleati, nonostante le varie promesse nelle passate campagne elettorali di volere sempre correre da soli per non subire influenze. I vertici del Movimento pensano a Europa verde e a De Magistris. Il nodo da sciogliere è quello della possibilità di ricandidarsi dei big dopo la decisione di Beppe Grillo di mantenere salda la regola dei due mandati. “Dovrebbe diventare legge dello Stato, è il nostro punto cardine” ha detto il fondatore e garante del M5S.

I pentastellati però sono molto perplessi anche sulla scelta del ritorno di Alessandro Di Battista e sulla scelta di dare a lui e Virginia Raggi le chiavi della campagna elettorale. Una minestra che gli elettori hanno già assaggiato e per nulla gradito, senza contare che vorrebbe dire mettere definitivamente ai margini del progetto politico Giuseppe Conte.

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