Umberto e Greta, investiti e uccisi sul Garda: torna in libertà il turista tedesco

Il padre di Umberto, morto nell’incidente con la sua compagna Greta:«Non so perdonare, mi sento morto dentro»

Il 19 giugno del 2021, un drammatico incidente occorso sul Lago di Garda  ha portato via per sempre le vite di Umberto Garzarella, 37 anni, e Greta Nedrotti, 25 anni.

Umberto e Greta-meteoweek.com

Due tedeschi, entrambi di 52 anni, lo scorso 19 giugno su un motoscafo Riva hanno travolto il mezzo su cui erano a bordo Umberto e Greta, che era fermo nel golfo di Salò. Ora, a distanza di oltre un anno da quel tragico episodio, Patrick Kassen, turista tedesco, è tornato in libertà. L’uomo, con il connazionale Christian Teismann investì e uccise i due giovani fidanzati e ora non si trova più ai domiciliari.

Come riporta “Brescia Oggi”, lo scorso 21 marzo, l’uomo aveva ricevuto una condanna a 4 anni e sei mesi, mentre per il suo connazionale, che era anche il padrone del motoscafo Riva che investì il gozzo su cui viaggiavano Umberto Garzarella e Greta Nedrotti, la sentenza è stata di condanna a due anni e undici mesi.

Il processo è dunque terminato con pene minori rispetto alle richieste che aveva avanzato il pubblico ministero. I due turisti tedeschi, considerati responsabili di concorso in omicidio colposo plurimo e naufragio colposo, avevano ottenuto l’assoluzione dal reato di omissione di soccorso. Intanto Patrick Kassen, pur non potendosi recare nelle tre province del Garda di Brescia, Trento e Verone, dal 18 luglio scorso non è più relegato ai domiciliari.

Enzo Garzarella, papà del 37enne Umberto, che ha perso la vita assieme alla compagna Greta l’anno scorso sul Garda, si dice fortemente affranto. «Non mi cambia nulla sapere se è ai domiciliari o libero. Davanti alla morte di un figlio non c’è condanna che tenga. Non riesco comunque a perdonare. Io sono morto dentro».

A Repubblica, Enzo Garzarella ha rivelato:«Vivere al lago è dura, non riesco più a guardare quelle acque, mi fanno diventare nervoso. Vado al mare, in montagna, cerco di starci lontano. Ho la morte dentro, non so come sia possibile che io sia andato avanti per un anno intero, ora sono completamente depresso». 

Kassen non è più ai domiciliari ma non può accedere alle province del Garda, ma Garzarella su questo dettaglio commenta:«A me non cambia nulla, davanti alla morte di un figlio non c’è condanna che tenga. Non vedo però che cosa gliene debba importare a Kassen di non venire più sul Garda: andrà in vacanza da un’altra parte». Kassen, racconta Garzarella, non si sarebbe mai neppure scusato per l’accaduto:«Non ha mandato uno scritto, un mazzo di fiori, ma che ci voleva? Non ha avuto la coscienza, la dignità. Non dico che sono andati a uccidere mio figlio con la pistola, ma hanno commesso una gravissima negligenza, non gliela perdonerò mai», ha chiosato.

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