Elezioni politiche, il centrodestra sta per chiudere sui collegi: sarà “derby” al Nord tra FdI e Lega

Dopo la divisione preliminare dei seggi tra le forze del centrodestra, al via la distribuzione in tre fasce dei collegi.

Quasi finito lo schema del centrodestra dei collegi. In ballo – spiega l’AGI – ce ne sarebbero una decina ancora, mentre è in via di definizione il quadro al centro della coalizione, oltre che ulteriori valutazioni sui ‘recuperi’.

La base di partenza erano numeri già concordati: 98 seggi a Fratelli d’Italia, 70 alla Lega, 42 a Forza Italia, 11 a Noi con l’Italia e Brugnaro (diventati 13 con Italia al centro). Rimane l’incognita dell’Udc, perché Forza Italia ha accolto il partito di Cesa e De Poli ma solo all’interno della propria lista. In più c’è il tentativo di costruire un unico fronte “moderato” della coalizione con ‘’Italia al centro’ di Giovanni Toti.

Più chiare le cose per quanto concerne la distribuzione dei collegi. Sono stati divisi per fasce. I collegi in A quelli più sicuri, in B gli incerti e in C gli insicuri. Lo schema su cui hanno lavorato in questi giorni gli ‘sherpa’ del centrodestra dice che al Nord sarà ‘derby’ tra Lega e Fratelli d’Italia.

La Lega, riferisce l’AGI, dovrebbe mantenere un vantaggio in Lombardia e in Veneto. Più equilibrio invece nelle altre regioni del Nord, con maggiore prevalenza di Fdi. Il partito di Giorgia Meloni sarà maggioritario nei collegi anche in alcune regioni ‘chiave’ (come Lazio e Sicilia). Forza Italia dovrebbe imporsi invece in Calabria e avere una buona quota in Campania. I criteri sono stati stabiliti in base ad alcuni sondaggi regionali, ma anche in considerazione del risultato delle ultime elezioni politiche. La forza politica con una maggiore rappresentanza in una certa regione avrà più peso in termini di collegi.

La convinzione di partire in vantaggio sul centrosinistra

I vertici del centrodestra sono convinti, soprattutto dopo lo strappo tra Pd e Azione, che salvo alcuni collegi delle regioni rosse e l’Alto Adige, nel resto della Penisola la loro coalizione partirà avvantaggiata. Un vantaggio che basterà non sprecare per portare a casa la vittoria. Negli uninominali scenderanno in lizza anche i big di centrodestra.

Nel frattempo domani – oltre alla presentazione del simbolo di Forza Italia, col nome di Berlusconi e un riferimento al Ppe nel logo – sarà definito il programma della coalizione. Dopo il tavolo, previsto per il pomeriggio, i 15 punti del programma verranno consegnati ai leader del centrodestra. Che con ogni probabilità la prossima settimana illustreranno il piano di governo nel corso di una conferenza stampa.

Quanto alle regole di ingaggio, oggi la leader di Fdi, Giorgia Meloni, ha ribadito il principio della leadership: “Il partito che prende più voti in una coalizione propone al presidente della Repubblica la figura che vorrebbe fosse indicata come premier“. Per Fratelli d’Italia “il nome sono io, perché non dovrebbe esserlo? La cosa che non capisco è: perché la Meloni no? Io penso che chi vota Fratelli d’Italia voti in quest’ottica”.

Salvini invece frena sull’indicazione dei nomi del prossimo esecutivo – in caso di vittoria del centrodestra – prima del voto. “I nomi – ha detto il leader del Carroccio – arriveranno dopo il 25 settembre”. Il segretario leghista ha rilanciato sulla flat tax (che la Lega vuole estendere al 15% anche ai lavoratori dipendenti). Berlusconi marca invece la differenza col centrosinistra sul fisco. “Non approveremo mai, in modo assoluto, un’imposta patrimoniale sulla casa, un’imposta patrimoniale sui risparmi, un’imposta sulle successioni e sulle donazioni”, assicura il Cavaliere. Trovando la sponda di Salvini: “A sinistra propongono più tasse mentre il centrodestra a guida Lega ne propone di meno”.

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