Perseverance è riuscito a produrre ossigeno su Marte: siamo davvero ad un passo dal fondare una colonia?

Sarà contento Elon Musk, che ha visto da tempo in Marte, il pianeta del futuro. Scherzi a parte, arrivano interessanti novità dal Perseverance, quella missione esplorativa del Pianeta Rosso, iniziata dalla NASA con il lancio avvenuto a fine luglio 2020 e l’atterraggio dello scorso 18 febbraio 2021.

Perseverance - MeteoWeek.com 20220902
Perseverance – MeteoWeek.com

Sulla superficie rossa e polverosa di Marte, a quasi 100 milioni di miglia dalla Terra, uno strumento delle dimensioni di un pranzo al sacco sta dimostrando che può fare in modo affidabile il lavoro di un piccolo albero: produrre ossigeno, fonte principale per una futura vita su uno dei Pianeta più “visitati” ultimamente del nostro Sistema Solare.

Lo rivela un esperimento proprio del rover della NASA, figlio adottivo di Curiosity, fratello maggiore del piccolo, ma affidabilissimo, Ingenuity. Un esperimento attualmente in corso su Marte denominato: Moxie, ovvero Mars Oxygen In-Situ Resource Utilization Experiment.

Moxie, è un esperimento storico

MIT - MeteoWeek.com 20220902
MIT – MeteoWeek.com

Il Moxie, guidato dal MIT, ha iniziato a produrre (con successo) ossigeno dall’atmosfera ricca di anidride carbonica del pianeta rosso dall’aprile 2021, circa due mesi dopo l’atterraggio. In uno studio pubblicato sulla rivista Science Advances, i ricercatori riferiscono che, da febbraio a fine 2021, Moxie è stato in grado di produrre ossigeno in sette prove sperimentali, in una varietà di condizioni atmosferiche, anche durante il giorno e la notte, e attraverso diverse modalità marziane. Le stagioni. In ogni corsa, lo strumento ha raggiunto il suo obiettivo di produrre sei grammi di ossigeno all’ora, circa la velocità di un albero modesto sulla Terra.

I ricercatori prevedono che una versione su larga scala di Moxie potrebbe essere inviata su Marte prima di una missione umana, per produrre continuamente ossigeno al ritmo di diverse centinaia di alberi. A tale capacità, il sistema dovrebbe generare abbastanza ossigeno sia per sostenere gli umani una volta arrivati, sia per alimentare un razzo per il ritorno degli astronauti sulla Terra. Finora, la produzione costante di Moxie è un primo passo promettente verso questo obiettivo.

Abbiamo appreso una quantità enorme che informerà i sistemi futuri su scala più ampia“. Così, Michael Hecht, ricercatore principale della missione Moxie, presso l’Osservatorio Haystack del MIT.

La produzione di ossigeno di MOXIE su Marte rappresenta anche la prima dimostrazione di “utilizzo delle risorse in situ”, che è l’idea di raccogliere e utilizzare i materiali di un pianeta (in questo caso, l’anidride carbonica su Marte) per produrre risorse (come l’ossigeno) che potrebbero altrimenti devono essere trasportati dalla Terra.
“Questa è la prima dimostrazione dell’utilizzo effettivo delle risorse sulla superficie di un altro corpo planetario e della loro trasformazione chimica in qualcosa che sarebbe utile per una missione umana”. Moxie, dunque, sulla via del successo. “Un successo storico”. Parola di Jeffrey Hoffman, vice ricercatore principale del MOXIE Jeffrey Hoffman, professore della pratica presso il dipartimento del MIT di Aeronautica e Astronautica.

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