Rischio agguato terroristico a funerali Regina, Londra rafforza la sicurezza

Tra pochi giorni saranno celebrate le esequie della Regina Elisabetta II, morta giovedì scorso, 8 settembre, nel castello scozzese di Balmoral. E Londra si muove per proteggersi da eventuali attacchi terroristici 

Manca davvero poco al giorno in cui saranno celebrate le esequie della Regina Elisabetta II, deceduta nel suo amato castello di Balmoral, in Scozia, l’8 settembre scorso, all’età di 96 anni e dopo 70 anni di regno.

Regina Elisabetta-meteoweek.com

Affinché tutto si svolga senza intoppi di ogni genere, sono stati spiegati migliaia di uomini addetti alla sicurezza. In un’intervista rilasciata all’Agi, l’espero di sicurezza Carlo Biffani, spiega come mai questo dispiegamento di forze così consistente, come mai prima d’ora. A tal proposito, Biffani conferma che organizzare una cerimonia del genere «è una sfida senza eguali», dato che a prendere parte a queste esequie saranno convocati tutti i Capi di Stato di tutto il mondo.

Anche se non si può sapere chi tra i tantissimi invitati prenderà parte ai funerali e chi invece no, è chiaro che sarà importante schierare la sicurezza per tutelare gli invitati sua nel corso della cerimonia, sino a quando ripartiranno per i loro Paesi. E questo coinvolge un dispiegamento di forze ancora più cospicuo rispetto a un vertice del G8, per fare un esempio, perché gli invitati alle esequie saranno molti di più.

In un caso come questo, è previsto il saper avere una capacità di organizzazione da far impallidire chiunque, in cui bisognerà integrare per bene team che vengono da altri Stati (ogni ospite è tutelato anche dalla propria squadra di sicurezza) con i team del Paese che accoglie. Ci vorrà un’organizzazione mostruosa, «si provi a immaginare che si devono studiare percorsi principali e alternativi, sia secondo le necessità standard che da utilizzare in caso di attivazione in seguito a un possibile attacco, e si pensi alle centinaia di telecamere le cui immagini devono essere visionate e processate per monitorare le aree e vigilare sui percorsi, telecamere dotate in molti casi di sistemi di riconoscimento facciale con i quali provare a individuare soggetti che l’intelligence ha certamente segnalato e che tiene sotto controllo da sempre ma con maggiore attenzione in situazioni come queste».

Si parla di migliaia di uomini della sicurezza, schierati per far sì che fili tutto liscio, ma anche «pronti a fronteggiare la minaccia, a evacuare e a mettere in salvo e soccorrere chi fosse fatto oggetto della azione di un possibile terrorista o di quelle portate a termine da manifestanti che potrebbero cogliere l’occasione e la ribalta garantite dalla copertura mediatica in mondo-visione, per promuovere azioni di disturbo se non addirittura per attentare alla vita degli ospiti». 

Già in passato, Londra è stata teatro di attacchi terroristici, e in generale l’Inghilterra è stata zona di reclutamento di terroristi per la jihad e anche fonte di una gran quantità di foreign fighters. È essenziale ricordare anche un’altra cosa, come spiega Biffani:«Se c’è una cosa che dovremmo ricordare sempre […] è che la fatwa pronunciata dal califfo al Baghdadi “colpite l’infedele ovunque e con qualsiasi mezzo” non ha scadenza e che costoro non hanno certamente smesso di odiarci solo perché se ne parla di meno». 

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