Il PD ha sbagliato tutto, e ci sono precise responsabilità

Momento complicatissimo per i dem che mette in discussione l’esistenza stessa del partito. Letta è destinato a lasciare o comunque a essere sostituito: ha condotto una campagna elettorale perdente e fiacca, sbagliando i contenuti e abbandonando possibili alleanze. 

Il primo a pagare per la pesantissima sconfitta del Centrosinistra non può che essere il segretario del Partito Democratico. Enrico Letta potrebbe annunciare già oggi le sue dimissioni dalla guida del Pd il quale registra uno dei risultati più bassi in termini elettorali dalla sua fondazione a oggi.

Letta era chiamato quantomeno a fare meglio del 2018 quando i dem allora guidati da Matteo Renzi raggiunsero il 19%. Ma la percentuale loro destinata sembra essere la stessa, con l’aggravante di avere perso in praticamente tutti i collegi uninominali nei quali si era presentato. Non essere rimasti sopra la soglia psicologica del 20% è sconfortante e mette in discussione l’esistenza stessa del partito, un progetto politico che non ha mai voluto scegliere la sua strada tentando allo stesso tempo di essere la guida della sinistra italiana ma guardando continuamente al voto centrista e cattolico. Inoltre gli alleati scelti dal segretario non erano all’altezza della situazione.

TRA SUD E M5S

Già rassegnati a perdere contro Fratelli d’Italia, il confronto principale era con il Movimento 5 Stelle, il quale ha ben tenuto all’inevitabile tracollo in seguito alle elezioni del 2018 in cui andò oltre il 32% dei consensi risultando il primo partito in Italia, e verso il quale Letta ha definitivamente chiuso le porte a possibili alleanze dopo il “tradimento” dei pentastellati che ha provocato la caduta del Governo Draghi. Giuseppe Conte ha condotto una campagna elettorale soprattutto al Sud dove è riuscito a riconquistare una grossa fetta di consenso. Letta ha invece abbandonato del tutto il Meridione: i big del partito non si sono praticamente mai presentati ai comizi elettorali al di sotto di Roma e hanno parlato molto poco delle possibili soluzioni per rimetterlo al passo con il resto del Paese, senza contare l’incredibile sconfitta rimediata in Sicilia alle elezioni regionali dove il Centrosinistra risulta addirittura terza forza, tallonato proprio dal M5S.

NUOVA SEGRETERIA

Semmai dovesse decidere di rimanere in sella al partito, Enrico Letta ora dovrà guardarsi soprattutto alle spalle dove è iniziata inesorabile la corsa alla segreteria con nuovi e agguerriti candidati pronti a prendersi in mano il Pd. La fase congressuale vedrà in prima linea Nicola Bonaccini, presidente della regione Emilia-Romagna, che già da tempo non nasconde la sua volontà di diventare segretario, e dall’Emilia arriva anche un’altra possibile contendente, quella Elly Schlein che ha mostrato ottime doti comunicative in campagna elettorale. Giovane, più spostata a sinistra e gode di un diffuso consenso tra coloro che guardano con diffidenza verso il Pd. C’è poi l’area che fa riferimento ad Andrea Orlando e quella a Dario Franceschini che non staranno a guardare e che hanno già espresso disappunto per l’operato di Letta. E’ quindi iniziata la guerra di successione per la segreteria.

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