Mercato del gas: cosa accadrà dal 1° novembre senza forniture russe

In un report trimestrale realizzato dall’AIE, si analizza l’attuale situazione del mercato del gas e quella a breve-medio termine. Ecco cosa c’è scritto

A mostrare cosa sta accadendo attualmente al mercato del gas è stata l’AIE, che nel suo report trimestrale fa un’analisi attuale ma pure proiettata nel breve/medio periodo.

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La costante diminuzione delle forniture di gas naturale verso l’Europa da parte della Russia ha portato i prezzi globali a nuovi picchi, ha stoppato i flussi commerciali e condotto a serie mancanze di carburante in determinate economie che stanno emergendo o che sono attualmente in via di sviluppo, con un mercato “severo” che si dovrebbe protrarre fino al prossimo anno.

L’AIE  ha fatto una stima di cosa potrebbe accadere in Europa se la fornitura di gas russo dovesse fermarsi totalmente a partire dal 1° novembre 2022. Da quanto riporta l’AIE (Agenzia Internazionale Energia), «i mercati del gas naturale in tutto il mondo si stanno restringendo dal 2021 e si prevede che il consumo globale di gas diminuirà dello 0,8% nel 2022 a seguito di una contrazione record del 10% in Europa e della domanda invariata nella regione dell’Asia del Pacifico. Si prevede che il consumo globale di gas aumenterà solo dello 0,4% il prossimo anno, ma le prospettive sono soggette a un elevato livello di incertezza, in particolare in termini di azioni future della Russia e degli impatti economici dei prezzi dell’energia elevati e sostenuti». 

Per quanto concerne la questione prezzi, in Europa e nelle quotazioni spot dell’Asia in merito al GNL ci sono stati grossi aumenti nel terzo trimestre di quest’anno. «Ciò ha ridotto la domanda di gas e ha incentivato il passaggio ad altri combustibili come carbone e petrolio per la produzione di energia. In alcune economie emergenti e in via di sviluppo, i picchi di prezzo hanno innescato carenze e interruzioni di corrente».

In Europa, da quanto spiega l’AIE, c’è stata una contrazione dell’uso di gas di oltre il 10% nei primi 8 mesi del 2022, con una riduzione pari al 15% per quanto concerne il settore delle industrie. Diverse fabbriche, infatti, hanno stoppato l’attività. L’Europa si è mossa abbastanza per cercare vie alternative al mercato di gas russo, «ha compensato il forte calo delle forniture di gas russo attraverso le importazioni di Gnl, nonché forniture di gasdotti alternativi dalla Norvegia e altrove. L’aumento della domanda di Gnl in Europa, in crescita del 65% nei primi otto mesi del 2022 rispetto all’anno precedente, ha allontanato l’offerta dai tradizionali acquirenti nella regione Asia-Pacifico, dove la domanda è diminuita del 7% nello stesso periodo a causa dell’elevata prezzi, clima mite e continui blocchi Covid in Cina». 

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