Mandava i russi a combattere in Ucraina, la sua fine è tragica

Trovato morto in circostanze misteriose uno dei principali reclutatori dei riservisti russi mobilitati a settembre dal Cremlino. 

Sulla sua morte la polizia ha aperto un’indagine. Familiari e amici smentiscono l’ipotesi del suicidio.

Roman Malyk – Meteoweek

Lo hanno trovato morto nella sua casa in un villaggio nella regione di Primorsky, in Russia. Si chiamava Roman Malyk, tenente colonnello dell’esercito di Mosca. Era lui a mandare i russi al fronte in Ucraina. Malyk, 49 anni, era infatti il responsabile della mobilitazione dei riservisti russi da mandare a combattere contro Kiev. Si occupava in particolare dei reclutamenti nella regione sudorientale del Territorio del Litorale (Primorsky Krai).

Hanno dato la notizia della sua morte alcuni giornali internazionali come il Mirror e l’Hindustan Times. La polizia ha aperto un’indagine su una morte avvenuta in circostanze definite “sospette”. Non si esclude che il quarantanovenne si sia suicidato, fanno sapere gli inquirenti.

Il corpo senza vita dell’ufficiale, padre di due figli, veterano della guerra in Cecenia, è stato rinvenuto nel cortile della sua abitazione. Lo hanno trovato vicino a una palizzata. Una smentita all’ipotesi del suicidio è arrivata dalla famiglia e dagli amici del 49enne tenente colonnello. Hanno negato con forza l’idea che Malyk possa essersi ucciso da sé e lo hanno descritto come “un uomo forte e coraggioso”.

Migliaia di russi sono fuggiti all’estero per sottrarsi dalla mobilitazione voluta dal presidente Vladimir Putin. Il Cremlino ha deciso di chiamare alle armi fino a 300 mila riservisti per inviarli a combattere sul suolo ucraino. Una decisione che ha provocato la reazione furente di una porzione della popolazione che ha attaccato fino a 70 uffici per la coscrizione con le bottiglie molotov.

Kherson, si svuotano gli uffici pubblici

Nel frattempo I russi “stanno intensificando le misure di filtraggio nella regione di Kherson e stanno iniziando il processo di evacuazione delle cosiddette istituzioni statali”. Lo riferisce lo stato maggiore ucraino sulla sua pagina Facebook. “Secondo le informazioni disponibili, dipendenti e proprietà di banche e di un fondo pensione vengono portati da Kherson nel territorio temporaneamente occupato della Repubblica autonoma di Crimea“, fa sapere lo stato maggiore, che riferisce inoltre che “il livello dello stato morale e psicologico della popolazione nelle aree di confine della Federazione Russa è notevolmente diminuito”.

“In particolare”, continua la nota, “ciò è causato dalla mancanza di cure mediche per i civili”. “Secondo le informazioni disponibili, a causa della mobilitazione degli operatori sanitari e dell’aumento del flusso di feriti, ai civili vengono negati i servizi medici negli ospedali dell’Oblast di Belgorod“, afferma lo stato maggiore di Kiev.

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