Bimbo schiacciato dal carro di carnevale, a processo gli organizzatori della sfilata

Per la tragedia avvenuta nel marzo 2019, dove morì il piccolo Gianlorenzo Manchisi, di due anni e mezzo.

Gli organizzatori dell’evento dovranno risponder all’accusa è omicidio colposo.

Rinviati a giudizio Paolo Castaldini e don Marco Baroncini. Sono, rispettivamente, i responsabili del Comitato del Carnevale dei bambini e del Comitato per le Manifestazioni Petroniane, legati alla Curia bolognese. A difenderli c’è l’avvocato Ludovico Gamberini. Andranno a processo il prossimo 30 marzo. L’accusa per loro è quella di omicidio colposo.

Il fatto per cui sono accusati è il dramma che ha coinvolto il piccolo Gianlorenzo Manchisi, il bimbo di 2 anni e mezzo morto il 5 marzo del 2019. Il bambino è caduto dal carro del Carnevale dei bambini in via Indipendenza, durante la tradizionale sfilata dei carri allegorici, rimanendo accidentalmente schiacciato dal mezzo.

Ha deciso così il giudice Alberto Ziroldi al termine del lungo percorso processuale dopo che la Procura aveva chiesto di archiviare le posizioni degli organizzatori dell’evento. Contro la richiesta di archiviazione aveva fatto opposizione la famiglia del bambino, seguita dagli avvocati Mauro Nicastro e Annalisa Gaudiello.

Un altro filone del processo vede invece imputati – con la stessa accusa – anche Siriana Natali, la madre del bambino, e il collaudatore del carro, Marco Pasquini. In rito abbreviato invece è già arrivata la condanna per il costruttore del mezzo, Paolo Canellini, a un anno e mezzo. È possibile che i diversi procedimenti possano essere riuniti.

Contestata la mancanza di misure di sicurezza

Cosa viene contestato a Baroncini e Castaldini? Di non aver adottato le necessarie misure di sicurezza per la manifestazione. La famiglia del piccolo tragicamente scomparso lo aveva sempre rimarcato. «Siamo soddisfatti dell’esito», ha commentato la mamma del piccolo, presente in aula insieme al marito. Indossavano entrambi una maglietta con l’immagine del figlio. Il padre del piccolo Gianlorenzo Manchisi osserva: «Non si può fare un evento cittadino senza autorizzazioni». 

«È stata una tragedia, confidiamo che in dibattimento possa emergere l’estraneità dei miei assistiti», ha dichiarato invece l’avvocato Gamberini.

Nell’udienza del 21 ottobre Salvatore D’Elia, comandante della stazione dei carabinieri di via Indipendenza, aveva risposto alle domande dell’avvocato Nicastro, il legale che difende la mamma di Gianlorenzo, Siriana Natali: “È successo tutto in pochi istanti, era sul carro, seduta a pochissima distanza da lui, mezzo metro. Quando il bimbo è caduto si è affacciata subito dalla balaustra, pochi istanti dopo”, ha detto l’ufficiale riferendosi alla madre di Gianlorenzo.

In risposta alle domande degli avvocati difensori della donna, il comandante D’Elia ha ricordato come non vi fosse alcuna autorizzazione per trasportare persone sui carri di carnevale, privi anche di assicurazione. Inoltre sul posto mancava un’ambulanza: «Per quel che so io, ha organizzato la Curia», aveva detto il carabiniere. Quanto alle autorizzazioni, aveva ribadito che «c’era solo la richiesta di chiusura della strada presentata in Comune da Paolo Castaldini», uno degli storici collaboratori della curia felsinea.

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