Ecco l’influenza del Cammello: quali sono i sintomi e cosa si rischia

Arriva dal Medio Oriente ed è molto pericolosa, le autorità europee raccomandano attenzione soprattutto se di recente si è viaggiati verso il Qatar. Secondo gli esperti però difficilmente prenderà piede in Italia. 

Un nuovo virus preoccupa in queste ore gli esperti: è la cosiddetta influenza del cammello, anche nota come Mers-CoV o Sindrome respiratoria mediorientale, che in queste ore pare abbia colpito anche diversi atleti presenti al mondiale di calcio che si sta svolgendo in Qatar, tra cui i giocatori francesi.

La malattia si conosce in Italia già dal 2012, dal 2021 al novembre 2022 ha causato 2.600 contagi, ha un tasso di letalità alto intorno al 34-36%, e si trasmette dal dromedario all’uomo. Chi la contrae può avere problemi alle vie respiratorie lievi ma si sono osservati anche dei casi di polmoniti gravi e decessi. Si tratta dunque di un’influenza molto più letale del Covid, perché quest’ultimo ha una mortalità del 4%.

Le autorità sanitarie europee conoscono questo virus da tempo e hanno predisposto le relative procedure per effettuare i monitoraggi. Si raccomanda di proteggere le persone vicine con mascherine ai primi sintomi e di rivolgersi al medico curante se si sospetta di essere entrati a contatto con un positivo, soprattutto se ha effettuato da poco un viaggio in Qatar.

L’OPIINIONE DEGLI ESPERTI

Secondo Matteo Bassetti, direttore della Clinica di Malattie infettive del Policlinico San Martino di Genova, si tratta di un “virus che conosciamo da dieci anni e non è mai riuscito realmente ad uscire dal Medio Oriente nonostante ci siano stati dei cluster in chi si recava in pellegrinaggio a La Mecca. E’ un virus che ha contagiosità molto bassa, quindi il rischio da chi rientra in Europa è difficile. Chi è del mestiere conosce la Sindrome respiratoria mediorientale da anni, è un problema vecchio che non credo tornerà fuori“.

Dobbiamo concentrarci sul problema che stiamo vivendo oggi: l’incrocio influenza-Covid ed eviterei di pensare a questo virus ‘lontano’ – continua Bassetti -. Va bene un monitoraggio verso chi rientra da quelle aree ma non c’è nessun allarme. Mi pare poi che ci siano pochi italiani in Qatar, non abbiamo partecipato al Mondiale e quindi dobbiamo stare piuttosto tranquilli“.

Per Massimo Ciccozzi, responsabile dell’Unità di Statistica medica ed epidemiologia molecolare della Facoltà di Medicina e chirurgia del Campus Bio-Medico di Roma, invece “Se rispettiamo una semplice norma che abbiamo imparato in questi due anni di pandemia Covid, lavarsi spesso e bene le mani, il rischio di contagio si riduce notevolmente“.

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