Meloni: “Le leggi razziali contro gli ebrei? Furono un’ignominia” [VIDEO]

Il presidente del Consiglio Giorgia Meloni interviene al Museo ebraico di Roma e condanna duramente le leggi razziali introdotte dal regime fascista.

Il premier torna a condannare la legislazione antisemita voluta dal fascismo, come aveva fatto il 13 dicembre commemorando i giornalisti ebrei vittime della repressione fascista.

Il premier Giorgia Meloni ha preso parte alla cerimonia di accensione delle luci dell’Hannukah al Museo ebraico di Roma. Un momento toccante che ha visto il presidente del Consiglio commuoversi all’inizio del suo discorso. Nel corso del quale Meloni ha affrontato anche il tema delle leggi razziali. Condannando ancora le norme introdotte tra il 1938 e il 1939 dal fascismo per perseguitare gli ebrei.

Una vistosa commozione che Meloni ha spiegato così: “Noi femmine ogni tanto facciamo questa cosa un po’ così, di essere troppo sensibili, noi mamme in particolare“. Alla fine della cerimonia poi l’abbraccio con la presidente della comunità ebraica di Roma, Ruth Dureghello.

“La storia di questa festa è una storia di coraggio, è una storia di speranza: è la storia di un popolo che combatte per difendere la sua identità, le sue tradizioni, la sua fede, la sua libertà”, ha detto Meloni nel suo discorso.  Un tema, quello dell’identità come ricchezza che dà spessore all’esistenza, sul quale il premier ha insistito molto. “In un tempo – ha aggiunto – nel quale identità, tradizioni e fede sono spesso considerate un limite, quando non addirittura un nemico, io penso sia estremamente prezioso ricordare che senza quello che ci definisce, senza quello che ci portiamo dietro e che dà profondità alle nostre esistenze, noi non possiamo avere né la forza né la consapevolezza né le ragioni giuste per affrontare adeguatamente le tante sfide che abbiamo davanti”.

Meloni e l’ignominia della legislazione antisemita

Una consapevolezza che nel popolo ebraico è sempre stata presente, ha sottolineato Meloni. “Il popolo ebraico questo lo ha sempre saputo, lo ha saputo più di tanti altri. E questa è la ragione per la quale la sua identità e le sue tradizioni hanno attraversato i millenni e sono ancora così vive”. A rendere così resiliente il popolo ebraico, ha detto il presidente del Consiglio, è stata in fondo proprio questa capacità “pur avendo attraversato tante difficoltà, atrocità, compresa l’ignominia delle leggi razziali, per quello che mi riguarda”.

Parole che fanno seguito a quelle pronunciate il 13 dicembre scorso, quando aveva preso parte all’inaugurazione di una lapide commemorativa all’ingresso della sede dell’ordine dei giornalisti del Lazio. Una lapide per ricordare i nomi dei 35 giornalisti ebrei romani perseguitati dal fascismo e allontanati dall’albo professionale di Roma dopo le leggi razziali.  “Le leggi razziali del 1938 – aveva detto Meloni – rappresentano il punto più basso della storia italiana, una vergogna che ha segnato la nostra storia per sempre, come ho detto più volte e lo ribadisco. È una macchia indelebile, un’infamia che avvenne nel silenzio di troppi».

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