Accise, cosa sono? Quando sono nate e quanto incidono sul prezzo della benzina [VIDEO]

Col boom del prezzo dei carburanti che ha superato ampiamente la soglia dei 2 euro al litro, cresce in Italia la protesta contro le accise.

Non tutti però sanno cosa sono le accise, quando sono nate e perché hanno diversi vantaggi per le casse dello Stato.

Ma cosa sono esattamente le accise? Niente altro che tributi o imposte: una tassa statale sulla fabbricazione o sulla vendita di prodotti di consumo. A differenza dell’IVA, l’accisa è un esempio di tributo indiretto posto su un numero ristretto di categorie di prodotti che si applica non in percentuale, ma in base a quantità stabilite dall’Istituzione.

Si tratta di una tassa da pagare su beni che tutti sono costretti a consumare (il che spiega l’avversione popolare nei suoi confronti, tanto più che le periodiche proposte di taglio da parte delle forze politiche non si sono mai concretizzate).

I due vantaggi delle accise

Spesso il legislatore è ricorso alle accise in occasione di disastri naturali e di emergenze per reperire subito fondi. Rispetto alle altre imposte, le accise hanno due importanti vantaggi per lo Stato: in primo luogo garantiscono un gettito non solo immediato, ma anche sicuro e costante per l’erario. Il consumo di carburante, elettricità e tabacco non soltanto è facilmente calcolabile ma non varia molto quando aumentano le accise.

In secondo luogo le accise scattano quando i prodotti vengono acquistati: nel momento in cui si fa benzina, o al massimo poco dopo, come avviene per le bollette di luce e gas. Un altro vantaggio è che basta poco per aumentare le aliquote per tamponare le esigenze di bilancio in maniera veloce e efficace. Ragione per cui tante leggi di bilancio hanno fatto leva sulle accise introducendone anche altre.

Attualmente le accise si pagano solo su alcuni prodotti come oli minerali e i loro derivati (benzina, gasolio, gpl, gas metano), bevande alcooliche (liquori, grappe, brandy), sigarette, oli lubrificanti, energia elettrica, fiammiferi.

Quante sono le accise?

Quelle più conosciute restano però quelle su benzina gasolio e gpl. Sono molte, ben 18. Di seguito l’elenco completo, con l’anno e la ragione per cui sono state introdotte:

1) Finanziamento della crisi di Suez (1956) – 0,00723 euro;

2) Ricostruzione dopo la tragedia del Vajont (1963) – 0,00516 euro;

3) Ricostruzione post alluvione di Firenze (1966) – 0,00516 euro;

4) Ricostruzione post terremoto del Belice (1968) – 0,00516 euro;

5) Ricostruzione post terremoto del Friuli (1976) – 0,00511 euro;

6) Ricostruzione post terremoto dell’Irpinia (1980) – 0,0387 euro;

7) Finanziamento missione ONU in Libano (1982 – 1983) – 0,106 euro;

8) Finanziamento missione ONU in Bosnia (1996) – 0,0114 euro;

9) Rinnovo contratto autoferrotranvieri (2004) – 0,020 euro;

10) Acquisto autobus ecologici (2005) – 0,005 euro;

11) Ricostruzione post terremoto de L’Aquila (2009) – 0,0051 euro;

12) Finanziamento alla cultura (2011) – 0,0071;

13) Finanziamento crisi migratoria libica (2011) – 0,040 euro;

14) Ricostruzione per alluvione che ha colpito Toscana e Liguria (2011) – 0,0089 euro;

15) Finanziamento decreto “Salva Italia” (2011) – 0,082 euro;

16) Finanziamento per ricostruzione post terremoto dell’Emilia (2012) – 0,024 euro;

17) Finanziamento del “Bonus gestori” (2014) – 0,005 euro;

18) Finanziamento del “Decreto fare” (2014) – 0,0024

Quanto fruttano allo Stato le accise sui carburanti e quanto pesano sulla benzina

Nel 1995 le 18 accise sui carburanti sono confluite in un’unica imposta indifferenziata che va a finanziare il bilancio dello Stato nel suo complesso (nel 2021 ha fruttato alle casse statali quasi 24 miliardi), senza fare più riferimento alle motivazioni originarie.

Oggi il valore di questa tassa grava per 728 centesimi su ogni litro di benzina, ai quali però bisogna aggiungere l’Iva che porta il totale delle accise a superare l’euro (1,049) al litro.

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