Covid, il virologo Pregliasco: “Almeno 8 mesi di immunità, poi forse richiamo al vaccino”

Continuano a susseguirsi gli studi focalizzati a capire quando durerà l’immunità al Covid-19. Ottimistiche le parole del virologo Pregliasco: “Almeno 8 mesi, poi forse necessario il richiamo al vaccino”.

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foto di repertorio

Sono tanti gli studi che si stanno susseguendo in merito alla presunta immunità dal Covid-19. L’ultima ricerca, di respiro americano, ha addirittura rilevato che riammalarsi gravemente, per i pazienti che hanno già avuto l’infezione, siano necessari anche diversi anni. Ma non c’è soltanto lo studio che porta la firma di Shane Crotty, a guardare alle “cellule memoria” del nostro corpo venute a contatto con il coronavirus. Un’ultima ricerca a portare speranza, ad esempio, è quella condotta dalla British University e dall’Oxford University Hospitals, attuata nei mesi di aprile e novembre 2020 tra 12.180 operatori sanitari impiegati negli ospedali dell’Università di Oxford.

Immunità per un periodo di 8 mesi

A spiegare quanto emerso dagli studi, è intervenuto per Il Messaggero anche Fabrizio Pregliasco, virologo dell’università di Milano e direttore sanitario dell’Irccs Galeazzi di Milano. Secondo quanto confermato anche da Pregliasco, allora, pare che si possa parlare con concreto ottimismo di immunità fino a 8 mesi di dopo aver avuto il Covid-19. Una finestra temporale, questa, che diventa allora il punto di partenza per capire come arginare la pandemia e individuare un limite entro il quale studiare gli effetti garantiti dalla prima dose di vaccino somministrata ai pazienti.

Tale limite di 8 mesi, chiaramente, è provvisorio, temporaneo. Questo perché, spiega l’esperto, è impossibile andare a ritroso nel tempo, quando si analizzano le persone guarite. Secondo quanto emerso dalle ricerche, partite subito dopo lo scoppio della pandemia, i pazienti che per primi hanno contratto il Covid-19, e che per primi ne sono guariti, risalgono all’inizio dell’emergenza, e sono rimasti immuni fino a questo momento. Si tratta, proprio per questo, di 8 mesi – da marzo fino ad ottobre incluso.

Sono in effetti piuttosto rari i casi di pazienti che, già guariti dall’infezione, hanno poi ripresentato i sintomi più manifesti e pericolosi della malattia. Ed è raro, dunque, ammalarsi per una seconda volta. Gli studi da parte del team di ricerca continueranno, ovviamente, a avranno lo scopo di capire se tale periodo di immunità potrà essere


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La questione vaccini

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foto di archivio

“Per ora possiamo dire che l’immunità resta per 8 mesi. Tanto è il tempo di osservazione che abbiamo a disposizione”, ha confermato Pregliasco nell’intervista per Il Messaggero. Tuttavia, riferendosi alla questione vaccini, la situazione è più complessa da individuare. Per questo motivo, “una volta che il vaccino sarà entrato in commercio, verrà avviato un monitoraggio nel tempo”. Una prassi che, generalmente avviene in modo diverso.


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“Di solito il percorso di studio di un vaccino è più lungo prima della messa in commercio. Ora però abbiamo la necessità di fermare i contagi. Ma, nonostante la velocità adottata nella procedura, parliamo di una sperimentazione che ha coinvolto un numero di persone simile a quelle degli altri vaccini. Ed è un elemento molto importante per considerare la validità del vaccino”, ha spiegato il virologo. E ha concluso, infine, dell’importanza di questa confermata immunità di 8 mesi: “Ci prendiamo questo spazio temporale, di 8 mesi o un anno, per uscire dall’emergenza”. Nel frattempo, la ricerca continua a fare i suoi passi avanti e, nel caso del bisogno, si adotterà un secondo richiamo.

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