Renzi-Conte, qual è il senso di aprire una crisi di governo oggi

In piena crisi sociale, economica, sanitaria innescata dal Coronavirus, ha davvero senso aprire una crisi di governo? Forse no.

La crisi di governo sembra ormai una certezza. Matteo Renzi non è più disposto ad attendere e Giuseppe Conte, secondo alcuni, starebbe già preparando i bagagli. Eppure, fino a qualche giorno fa, il nostro Presidente del Consiglio aveva smentito le voci che lo vedevano sempre più vicino ad un’uscita di scena. Durante la Conferenza stampa di fine anno, Giuseppe Conte ha risposto sicuro alle numerose domande dei giornalisti che gli chiedevano, oltre ad un bilancio degli ultimi turbolenti mesi, cosa pensasse di fare per gestire il “ciclone Renzi”. “Voglio augurarmi che il Governo non cada“, ha detto il Premier. “Voglio credere che in questa situazione difficile nessuno pensa di remare contro”, ha aggiunto. Ma forse era troppo ottimista e i suoi propositi per una collaborazione, per un confronto e per un dialogo sono svaniti, nell’aria. E i suoi pronostici, dopo appena qualche giorno, si sono già sfaldati.

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Ha ragione Matteo Renzi? Ha ragione Giuseppe Conte? O forse non ha ragione nessuno? Se anche le mosse del secondo non fossero state perfette; se anche qualcosa fosse stata sbagliata; se anche la gestione della crisi pandemica si fosse rivelata stata fallace, ambivalente, poco chiara; se anche, insomma, il bilancio complessivo non premiasse Conte: la mossa di Matteo Renzi è un errore comunque. Stona, come stonerebbe una camicia stropicciata su un pantalone di seta. Stona come un acuto stridulo su una musica che richiede altre note. Stona come stonerebbe chiunque, in mezzo al mare in tempesta, inizierebbe a remare contro per alzare le onde e per far affondare quelle barche che provano a sopravvivere.

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Non è forse il momento

Non è forse il momento. Non è forse tempo. E l’ha fatto intendere anche Francesco Boccia, il Ministro per gli Affari Regionali, in collegamento su Rai1 questo pomeriggio. “Sono imbarazzato. Mi suona male rispondere alla crisi politica, ora l’emergenza è sanitaria”, ha affermato. E non ha tutti i torti. In questo momento, aprire una crisi di governo o minacciarla non sembra poter fare il bene di nessuno. Per quanto le scelte del Presidente del Consiglio possano essere considerate sbagliate, forse questo non è il momento di tagliarlo fuori. Perché, adesso, le priorità sono altre. Da una crisi, non ne trarrebbe vantaggio nessuno, o almeno nessuno che non abbia come obiettivo quello di prendere una poltrona in più approfittando di una crisi sociale, economica, sanitaria senza precedenti e nascondendo una finalità politica dietro la volontà di fare l’interesse degli italiani. Non dimentichiamo, poi, che Matteo Renzi al voto perderebbe; che l’ex dem aveva detto di uscire di scena eppure è sempre lì, sempre davanti; e che, dulcis in fundo, Italia Viva è maggioranza. Il Paese è già spaccato, ma finire di sfasciarlo è da incompetenti.

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