Ci sono tutte le firme per il referendum sul taglio dei parlamentari

Il referendum sul taglio dei parlamentari aprirebbe le porte all’ammissibilità che la Corte costituzionale dovrà dare il 15 gennaio ad un’altra consultazione popolare (della Lega) sulla legge elettorale, che introduce un sistema maggioritario puro.

Un’altra tegola per Conte

Sono state raggiunte le 64 firme di senatori necessarie per chiedere il referendum sul taglio dei parlamentari. In mattinata cinque senatori hanno aderito alla richiesta di referendum sul taglio di parlamentari, permettendo di raggiungere il numero necessario Tra gli aderenti ci sono senatori di Fi, Iv, M5s, Pd, gruppo Misto, e il senatore a vita Rubbia.

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Hanno firmato anche due della Lega, Grassi e Urraro, ma avevano dato il loro consenso quando erano ancora con M5s. In una conferenza stampa i tre promotori, Tommaso Nannicini (Pd), Nazario Pagano e Andrea Cangini di Fi, assieme al presidente e al vicepresidente della Fondazione Einaudi, Giuseppe Benedetto e Davide Giacalone, si sono detti ottimisti in una campagna referendaria che sia razionale, in grado di smontare i motivi “demagogici” della riforma voluta da M5s.

“Il referendum è un bene in sé, al di là del suo esito, proprio perché permette un dibattito pubblico che non c’è stato”, ha detto Nannicini.

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Luigi Di Maio è sicuro di vincere: “Non vedo l’ora di confrontarmi nella campagna per il referendum. Voglio vedere chi ci sarà dall’altra parte”. Ma c’è un’altra problematica che scalda gli animi ed è una seconda possibile conseguenza del referendum, che si dovrebbe tenere tra maggio e giugno: per un cavillo giuridico la mancata promulgazione definitiva del taglio dei parlamentari a gennaio, renderebbe più plausibile che la Corte costituzionale ammetta il 15 gennaio il referendum elettorale della Lega. Questo propone di eliminare dalla legge elettoralre la parte proporzionale lasciando solo i collegi maggioritari uninominali.

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