Libia: Al-Serraj chiede intervento estero. Farnesina: “Politica unica soluzione possibile”

L’obiettivo di stabilità in Libia non può passare attraverso l’utilizzo delle armi, anche se a chiederlo è direttamente il presidente del Consiglio presidenziale del governo dell’Accordo nazionale, Fayez Al-Serraj.

Da sx: Al-Serraj, Macron, Haftar – meteoweek

Un chiaro diniego che arriva dalla Farnesina alla richiesta di intervento in Libia proposto dal capo di stato. “La soluzione alla crisi libica può essere solo politica, non militare”. Commentano dal Ministero per gli Affari esteri, “Per questo motivo continuiamo a respingere qualsiasi tipo di interferenza, promuovendo invece un processo di stabilizzazione che sia inclusivo, intra-libico e che passi per le vie diplomatiche e il dialogo”.

Per rinforzare il contingente anti Haftar, Al-Serraj ha richiesto in questi giorni l’intervento ai leader di Stati Uniti, Regno Unito, Italia, Algeria e Turchia, tenendo fuori però la Francia di Emmanuel Macron rea di aver sostenuto nel corso dei conflitti le posizioni dei ribelli guidati dal generale a capo dei rivoltosi.

Al- Serraj ha inoltre reso noto come la debolezza del governo di riconciliazione nazionale ha permesso a diverse cellule terroristiche di ricostituirsi, approfittando della distrazione di Tripoli.

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Europa: “Unica soluzione in Libia deve essere politica”

Peter Stano, portavoce della Comunità europea per gli esteri – meteoweek

Una risposta, quella della Farnesina, che suona di linea comune per tutti i paesi europei: a fare eco ci ha pensato infatti anche Peter Stano, portavoce della Comunità europea per gli esteri. Da Bruxelles invitano tutte le parti a trattenersi dall’alimentare le tensioni e azioni militari in Libia, e a ridimensionare qualsiasi azione che possa portare ad un’escalation. L’unica soluzione possibile in Libia confermano che deve essere esclusivamente politica.

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Turchia, Erdogan: “Haftar illeggittimo, giusto intervenire”

Recep Tayyip Erdoğan, 12º e attuale presidente della Turchia – meteoweek

Ad offrirsi per un sostegno sul campo però ci ha pensato Erdogan, accusando altri paesi di voler sostenere la rivolta di Haftar. “Non ha legittimazione, il presidente libico legittimo è Serraj – commenta Erdogan. Purtroppo stiamo assistendo al tentativo di Egitto, Abu Dhabi, Francia e persino Italia di legittimare Haftar”. Sebbene si celi sotto la questione di legalità, tanti sono gli interessi che porterebbero il governo turco ad intervenire sulle coste del nord africa. Erdogan infatti potrebbe approfittare dell’instabilità per sviluppare una politica mediterranea che possa competere con quella europea.

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Una decisione che si pone in contrasto con quanto deliberato dal Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite che ha rilevato come la Turchia, insieme alla Giordania e agli Emirati Arabi Uniti, fosse tra i governi che violano l’embargo in Libia, contribuendo ad armare le parti in guerra.

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