Roma, si conclude il 2019. Anno disastroso per la capitale, tra droga, disservizi e degrado

Si chiude il 2019, con un allarmante rapporto per Roma: l’anno della Capitale è infatti stato caratterizzato da grandi quantità di rifiuti in strada, numerose rivolte popolari nelle periferie e seri caos nel settore del trasporto pubblico.

Roma atac bus in fiamme

Il rapporto che analizza le condizioni in cui Roma ha versato nei mesi del 2019, parla chiaro: l’anno per la Capitale è stato tragico, poiché caratterizzato da degrado, incuria, rivolte, delinquenza e malaffare. Senza contare le indagini recentemente mosse nei confronti della classe politica, che hanno portato all’arresto, con l’accusa di concorso in corruzione, il pentastellato Marcello De Vito, tornato poi in libertà.

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Bus in fiamme e immondizia ovunque

Il 2019 per i residenti di Roma ha riservato non pochi problemi, conditi con disagi e nodi irrisolti nella gestione urbana. Uno tra tutti, il serio deficit dei servizi pubblici, di cui molte vetture hanno subito guasti o sono andate persino in fiamme. E questo, nonostante il provvedere dell’Atac della messa in strada di oltre 200 nuovi bus.

A braccetto con il malfuzionamento, dato anche dalla scarsa o addirittura assente manutenzione dei mezzi e delle strutture, dei mezzi pubblici romani, c’è stata poi tutta la questione dei rifiuti. Il 2019 è infatti stato l’emblema della crisi di raccolta e smaltimento che ne mesi più delicati, tra giugno e luglio, ha fatto sfiorare persino l’emergenza.

Solo a dicembre Campidoglio e Regione Lazio hanno trovato un compromesso in grado di tamponare la situazione: l’apertura di una nuova discarica, nelle cave di Tragliatella (vicino Anguillara). Ma se Roma non è stata costruita in un giorno, nemmeno per l’impianto sarà così: al momento sono previsti infatti ben 18 mesi, con la possibilità che l’apertura verrà effettuata quando alla poltrona capitolina siederà il nuovo sindaco.

Rivolte sociali, fiumi di droga e lo stadio della AS Roma

Il degrado sociale (alimentato soprattutto dal clima antisemita dell’ultimo periodo), dei servizi e delle infrastrutture è stato il movente che ha dato sfogo anche a diverse proteste cittadine, alcune delle quelli pure violente. Come quelle capitate tra aprile e maggio, prima a Torre Maura contro il trasferimento di una famiglia rom in un centro di accoglienza, poi a Casal Bruciato per l’assegnazione di case popolari alle famiglie dei campi.

Serio anche il bilancio che riguarda il malaffare e la criminalità organizzata. In particolare, i numerosi blitz e le incessanti operazioni antidroga, che hanno portato il dispiegamento di tantissimi agenti delle forze dell’ordine intenti ad arginare l’incessante fiume di droga che inonda le strade della capitale. Un traffico di illeciti e stupefacenti che, tra l’altro, vede protagonista pure lo scottante caso di Luca Sacchi.

Altro grande punto di domanda del 2019 riguarda poi la costruzione dello stadio dell’AS Roma: un’opera che, figlia di un investimento privato da circa 1 miliardo di euro, aspetta la sua nascita dal lontano 2014. In cinque anni, con due sindaci che si sono susseguiti insieme ad altrettanti progetti, manca ancora l’approvazione in Assemblea Capitolina della variante e della convenzione urbanistica. Uno stadio, questo, che potrebbe non vedere mai la luce del sole – nonostante comunque agli inizi del 2020 è previsto un annuncio da parte della sindaca Virginia Raggi, che intende sbloccare l’iter amministrativo.

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