Traffico illecito di rifiuti a Palermo | 15 persone arrestate

Maxi operazione della Guardia di Finanza. 146 in tutto le persone indagate. Tra gli arrestati, due imprenditori.

Un traffico illecito di rifiuti, per un giro d’affari da oltre tre milioni di euro: è stato smantellato dalla Guardia di Finanza con una operazione che ha portato ad arrestare 15 persone ed indagarne oltre 140. L’inchiesta, avviata dalla Procura della Repubblica di Palermo, faceva riferimento sia a reati di natura ambientale che illeciti tributari.

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A capo dell’organizzazione smantellata due fratelli: Baldassarre e Vincenzo Marino, che con la loro impresa “Fondi Metal srl” erano l’elemento centrale del traffico illecito dei rifiuti. Una vera e propria filiera, che partiva dalla raccolta di scarti in metallo raccolti nelle strade: quello era il primo passaggio.  I cosidetti “cenciaioli” recuperavano i rifiuti metallici (rame, ferro, ottone, alluminio) per poi portarli nei punti di raccolta. I gestori di questi depositi  emettevano fatture i cui importi  spesso non venivano dichiarati indicando quantità di materiale ferroso molto superiore a quello realmente ricevuto. Questo era il secondo passaggio: a questo punto le aziende che conferivano i rottami avevano le carte d’appoggio per giustificare importanti disponibilità di merce in realtà proveniente da un parallelo circuito illecito. Il pagamento delle fatture gonfiate avveniva attraverso bonifici o assegni nei confronti dei raccoglitori, i “cenciaioli”. Avveniva poi la terza fase: venivano riscossi gli assegni ed i bonifici che venivano restituiti ai gestori dei punti raccolta: per i cenciaioli, il 3% della somma come guadagno.

Una discarica di rifiuti metallici

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Un sistema complesso che funzionava pure: anche grazie all’aiuto di commercialisti e tecnici complici della truffa. L’indagine è scattata in seguito a 45 segnalazioni per operazioni sospette dal sistema antiriciclaggio: sono seguite verifiche fiscali ed intercettazioni telefoniche e ambientali. Elemento centrale del traffico, la rete di micro-imprenditori molti dei quali risultati essere dei totali evasori. E’ grazie a loro che, nel periodo dal 2014 al 2017, è stato movimentato materiale per 3,5 milioni di euro. In realtà, come si è visto, era quasi tutto fittizio.

 

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