Roberto Saviano attacca Salvini: “Citofonata ridicola e squallida propaganda”

A seguito del recente scalpore (anche di risonanza internazionale) che ha preso vita dalla citofonata di Matteo Salvini, Roberto Saviano è intervenuto sulla faccenda raccontando la sua.

Roberto Saviano e Matteo Salvini

Quella citofonata ridicola e quasi goliardica è un atto violento, istiga a poterlo fare. Se lo fa lui, chiunque lo può fare”. Queste le parole pronunciate da Roberto Saviano nel format “My Way” realizzato da Fanpage.

Secondo lo scrittore, Matteo Salvini ha, con quel suo gesto, attaccato seriamente la democrazia, inscenando un teatrino che punta tutto alla propaganda e a rafforzare il rapporto con il suo amico più fedele: la paura. Sentimento che, secondo l’autore, sfrutta da sempre per ottenere voti e consensi – soprattutto in vista delle elezioni regionali.

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Il discorso di Saviano contro la citofonata di Salvini

“La scena della citofonata di Salvini celebra l’ennesimo atto di propaganda. Sembra una delle sue trovate, come baciare il salame. O indossare di volta in volta una nuova felpa, andare in giro con il cappellino della Ferrari. Ma invece è un atto senza ritorno. Esattamente come quando indossava la divisa della polizia”. Con queste parole Roberto Saviano esordisce nella puntata di “My Way”, additando Salvini come un pericolo per la democrazia.

Con la sua citofonata al presunto spacciatore tunisino, infatti, il leader della Lega ha dato vita ad una gag tutt’altro che innocente e innocua. Una gag che, tra l’altro, ha persino dei precedenti. “Non è un atto nuovo – spiega infatti Saviano. Già Gianfranco Fini nel 2008 fermava i migranti ai semafori, senza alcun titolo, e chiedeva loro i documenti. Come al solito, non cambia nulla. Questa è una pratica di propaganda, e la destra l’ha sempre usata“.

I partiti di destra, secondo Saviano, sono quindi avvezzi a sfruttare azioni del genere come tornaconto elettorale, azioni che rivelano una natura antidemocratica. “Salvini è solito avere questa prassi squadrista. A che titolo, poi, chiedere a una persona di entrare in casa sua? Salvini salta tutte le procedure. Va da un presunto spacciatore, ma non c’è nessuna indagine. Aveva tutto il potere di inviare la polizia, di sottoporre (già da Ministro degli Interni) quel tipo di periferie a controlli maggiori. Salvini è un manipolatore di disperazione. Quell’atto è un atto antidemocratico”, spiega infatti lo scrittore.

Matteo Salvini al citofono della famiglia accusata di spaccio

Che però specifica: “Salvini non è né di destra né di sinistra. Vuole imporre se stesso, e per farlo ha scelto il sovranismo, ha scelto il cappotto della destra. Agendo senza ragionare, per assecondare l’applauso, come un comico che non riesce a fare battute e ha bisogno di agganciarsi all’umore di quel momento. Secondo me dovremmo adottare un leghista. E metterlo davanti all’infinità di idiozie e falsità che Salvini, quotidianamente, fa. Non si può credere a una figura tanto modesta e tanto mediocre”.

Una figura mediocre, quella descritta da Saviano, che si affida, per l’appunto, ad azioni altrettanto mediocri ma, al contempo, pericolose. Poiché, “quella citofonata, ridicola e goliardica quasi, è in realtà un atto violento, violentissimo“.

“E Salvini – spiega ancora lo scrittore – ne era consapevole. Si tratta di un atto violento perché istiga chiunque a poterlo fare. Se lo fa lui, ognuno di noi può citofonare. Puoi essere libero, puoi agire liberamente e dire tutto senza approfondire, ricercare. Salvini in questo è un manipolatore. Per far vedere che risolve lui le cose, agisce davanti alle persone. Ma è tutta scena. Ha capito furbescamente che assecondare il peggio può aiutarlo in questa raccolta di voti sulla rabbia in Emilia Romagna. Sa che può contare sul suo alleato più grande: la paura”.

Salvini non combatte la mafia; è una figura ambigua sulla lotta alla mafia. E come tutte le persone ambigue, che non hanno una reale posizione sulla mafia, per dimostrare di esserne contro fa questo tipo di sceneggiate. Fa vedere che si sta agendo, laddove niente è stato fatto, realmente, né da lui né dalla lega, per la lotta al narcotraffico”, prosegue l’autore.

Che conclude, poi, la puntata del format con queste dichiarazioni: “Quella citofonata è un punto di non ritorno per la nostra democrazia. Su quella citofonata partiranno molte analisi in futuro, da quel momento in cui la democrazia italiana ha cominciato a perdere le sue garanzie. E tutto è un infinito e squallido teatro di propaganda”.

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