Luca Sacchi, parla il padre: “Anastasia ha scavato la fossa a mio figlio”

All’indomani del rinvio a giudizio di sei persone per la morte di Luca Sacchi, fissato per il 31 marzo in Corte D’Assise a Roma, parla il padre Alfonso: “abbiamo conosciuto due Anastasie”. Una era affabile, l’altra – per il padre di Luca – era irriconoscibile.

Anastasiya Klymenyk

Ieri il rinvio a giudizio di sei persone per la morte di Luca Sacchi, ucciso la sera del 23 ottobre del 2019 davanti a un pub del quartiere Appio di Roma. Oggi torna a parlare il padre di Luca, Alfonso Sacchi. E lo fa ricordando la figura ambigua dell’allora fidanzata del figlio, Anastasiya Klymenyk. “Abbiamo conosciuto due Anastasie, quella che conoscevamo prima era una ragazza affabile, aiutava mia moglie, poi dopo l’estate un’altra persona. Se Luca non c’è più, è anche colpa sua che gli ha scavato la fossa”.

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Alfonso non ha cambiato sostanzialmente idea dalle sue prime dichiarazioni subito dopo l’omicidio di suo figlio. “Per me lei e i killer di Luca sono la stessa cosa – si era sfogato – vorrei l’ergastolo per chi ha sparato e fornito la pistola. Per lei e Princi, il suo idolo, una condanna esemplare”. Aveva già sottolineato la doppia personalità di Anastasiya.
“Anastasiya che rientra a casa nostra con Luca, si fionda in camera senza salutarci e sbatte la porta. Questo mi ricordo di lei prima dell’uccisione di mio figlio. Quella sera lei e Munoz lo hanno lasciato solo, lui si è preso una pallottola destinata a loro perché i killer erano andati lì per uccidere qualcuno, ne sono sicuro. Lui è morto per difenderli e loro sono scappati”. La prima udienza si terrà il 31 marzo.

 

 

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