Elezioni Regionali | Ecco quando usciranno gli Exit Poll

Tutti in attesa dei primi Exit Poll. Dopo la chiusura dei seggi alle ore 23, inizieranno gli scrutini e i sondaggisti scenderanno in campo per la ‘guerra’ dei numeri. E saranno tutti vincenti, anche quelli che perderanno. E’ importante distinguere Exit Poll da sondaggi e proiezioni.

Dopo una lunghissima campagna elettorale i cittadini di Emilia Romagna e Calabria sono chiamati alle urne per le elezioni regionali. Sarà un test cruciale per il futuro della politica e dell’Esecutivo. Il Pd e il governo sperano nel successo di Stefano Bonaccini mentre Matteo Salvini e il Centrodestra puntano alla vittoria clamorosa, soprattutto in voto in Emilia Romagna.

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Dopo le 23, orario in cui si chiuderanno i seggi, inizieranno gli scrutini delle schede elettorali e scenderanno in campo sondaggisti ed Exit Poll. Ma cosa sono esattamente? Gli exit poll, come suggerisce il nome, sono sondaggi realizzati all’uscita dei seggi. Consistono nel porre un questionario ad un campione rappresentativo di elettori all’uscita dal seggio a cui viene chiesto di riprodurre il voto così come è appena stato fatto nella sezione elettorale. I sondaggisti sono generalmente aziende private che lavorano per i media, ma anche per i partiti politici stessi e si rivolgono agli exit poll per ottenere un’indicazione immediata di quale sarà il risultato elettorale visto che generalmente occorrono ore o persino giorni prima che vengano resi noti i risultati definitivi.

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Exit poll e sondaggi elettorali sono due cose diverse: i sondaggi vengono pubblicati fino a due settimane prima del voto e rappresentano delle stime sulle intenzioni di voto, lasciando poi spazio al silenzio elettorale fino alla chiusura dei seggi. E non bisogna confondersi neppure con le ‘proiezioni’ che entrano in gioco durante lo spoglio: esse si basano sulle schede già scrutinate proiettando, appunto, i dati verso il risultato finale. Ma davvero chi ha appena votato è disposto a dirlo? Gli exit poll presentano diversi problemi e spesso sono considerati un metodo inaffidabile. Il primo è la selezione del campione: non potendo per ovvi motivi intervistare tutti gli elettori, bisogna sceglierne solo un certo gruppo, ma non è affatto detto che questo gruppo sia rappresentativo dell’intera popolazione. Il secondo problema è più privato: alcuni elettori, infatti, potrebbero rifiutare di rispondere o addirittura mentire perché si vergognano del partito o candidato votato. Il terzo è che i risultati, che spesso sono rivelati a urne ancora aperte, influenzano chi deve  recarsi ai seggi, e quindi falsano i risultati reali. Proprio per questo motivo in Italia è vietato dalla legge divulgare i risultati degli exit poll prima della chiusura delle urne, mentre in altre nazioni, come la Nuova Zelanda, è addirittura vietato condurli.

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