Elezioni E-R e Calabria. Rompere il silenzio elettorale si può: sui social

I leader politici protagonisti della giornata di voto regionale in Emilia Romagna e Calabria hanno trovato un escamotage per lanciare inviti fino all’ultimo: postare sui social non infrange il silenzio elettorale.

Era il lontano 1956 quando nasceva in Italia il ‘silenzio elettorale’ e a memoria d’uomo si ricordano ben poche violazioni della stessa. Ma dopo 64 anni nessuno poteva immaginare che sarebbe successo qualcosa che quella legge l’avrebbe ridimensionata, se non cancellata. Non tanto nel suo testo, quanto nel rispetto della stessa. 64 anni fa non c’erano Facebook e i social. E come spesso accade su internet, sono lasciati allo sbando, nella totale anarchia, o quasi, in quanto a normative. L’Agcom nel 2018 auspicava il silenzio, ma nessuno aveva sentito quella richiesta.

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E così succede che alla vigilia di voto in Emilia-Romagna e Calabria  due episodi in particolare hanno scatenato la bagarre politica: la pagina “Lega Salvini premier”, dalla mezzanotte alle 18 ha realizzato 64 post su Facebook, 71 tweet e retweet su Twitter. Il leader della Lega, quindi, non si è fermato un attimo. E ha coccolato il suo pubblico su ogni argomento possibile: comunisti, le campionesse di sci, il filmato di uno straniero che spacca auto, l’attacco alla nave Ocean Viking e ai migranti che trasporta, parole chiave come ‘li mandiamo tutti a casa’, due cuoricini, un simbolo di mani che pregano, e ovviamente Bonaccini. Quest’ultimo a sua volta protagonista con 4 post elettorali su Facebook, alla faccia del silenzio, rispettato dai principali esponenti del Pd (a parte Piero Fassino). Bonaccini, vittima dell’attacco leghista che lo ha accusato di aver violato il silenzio, scrive: “Sconcerta la segnalazione della Lega di presunte violazioni del silenzio elettorale da parte altrui. La Lega è un partito che ha fatto della sistematica violazione di queste regole il proprio abituale comportamento”. E accanto al post la foto di Luca Morisi, l’uomo social della Lega, che giovedì ricordava: “Non abbassate la guardia, da qui a domenica alle 23 continuiamo a girare, messaggiare, usare i social (non vale qui il silenzio elettorale)”.  Appunto.

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