Sanremo 2020, donne contro il Festival: nasce l’hashtag #iononguardoSanremo

Ancora prima di salire sul palco, il rapper diventa il primo grande caso della settantesima edizione del Festival. Il pubblico femminile si dissocia e boicotta.

Junior Cally, il caso di Sanremo 2020

Il tono molto conciliante dei suoi ultimi post, nei quali chiedeva scusa per il contenuto di alcune sue canzoni che avevano ferito la parte femminile dell’audience evidentemente non è bastato. Junior Cally, rapper al centro di un vero e proprio caso nazionale per via dei suoi testi che incitano alla violenza sulle donne, è già la pietra dello scandalo. Eppure della sua canzone, a parte il testo scritto, quasi nessuno sa niente. Ma Cally arriva da una lunga storia che on line sta occupando dibattiti e polemiche da almeno due settimane.

Un carattere trasgressivo

Il musicista, che all’anagrafe si chiama Antonio Signore, ha ereditato il ruolo che lo scorso anno fu di Achille Lauro e della sua “Rolls Royce”, nuovo manifesto della vita spericolata una quarantina d’anni dopo Vasco Rossi. Lo scandalo era proprio il titolo della canzone che non aveva niente a che fare con le auto, ma con le pasticche che portano quello stesso nome. Junior Cally invece nei suoi testi molto metropolitani e sofferti parla apertamente di sesso violento tratteggiando una immagine della donna ai limiti del bullismo e della persecuzione. Senza lesinare un elogio della violenza come stile di vita e della droga come sfogo sociale.

Cally, fenomeno del 2019

Può piacere o meno: ma è un dato di fatto che Junior Cally è stato uno dei nomi più importanti del 2019 e quel suo comparire con la maschera è diventata una provocazione non solo artistica. In fondo ci sono molti altri artisti che si sono nascosti dietro le maschere (Wes Borland dei Limp Bizkit, il gruppo Nu Metal Slipknot). Tutavia, dopo aver mostrato il suo volto nel video di “Tutti con me”, la maschera gli è stata definitivamente vietata sul palco dell’Ariston.

Le critiche del Presidente RAI

Il presidente della Rai Marcello Foa ha criticato la scelta di Amadeus e dei suoi giurati: “Si tratta di qualcosa che va molto oltre la libertà di espressione e che è assolutamente inqualificabile e inaccettabile su un palco come quello di Sanremo”. Amadeus ha cercato di stemperare i toni invitando al buon senso e apprezzando l’atteggiamento più composto del rapper.

Gruppi di pressione sui social

Ma intanto un gruppo di deputate ha chiesto l’estromissione dell’artista dal Festival mentre su Twitter è già comparso il primo hashtag di pressione: #iononguardosanremo

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Lo hanno lanciato alcune donne proprio per invitare tutte le persone che si sentono ferite o minacciate da testi come quello di “Strega” a boicottare la rassegna. Si tratta di        qualcosa di mai visto prima. Ma l’esaltazione dello stupro e della violenza sulle donne – “solo se ti fanno soffrire” – non diverte più nessuno a quanto pare.

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