Coronavirus, Garante della Privacy: “Sì alle misure ma solo in emergenza”

Il Garante della privacy sottolinea: “I diritti possono, in contesti emergenziali, subire limitazioni, ma queste devono essere proporzionali alle esigenze specifiche e temporalmente limitate”.

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Grarante della Privacy Antonello Soro (da Wikipedia)

Il Garante della Privacy Antonello Soro esprime il proprio parere sul massivo tracciamento di dati e coordinate personali dovuto all’emergenza coronavirus. Durante questo periodo, affferma, “non solo ha senso, ma è essenziale per consentire di orientare l’azione di prevenzione nel modo più equilibrato e compatibile con i principi democratici”. E’ ammissibile, quindi, una limitazione dei diritti, ma l’attenzione deve restare alta. Non può sfociare al di fuori di contesti di emergenza. “I diritti possono, in contesti emergenziali, subire limitazioni anche incisive, ma queste devono essere proporzionali alle esigenze specifiche e temporalmente limitate“, evidenzia il Garante.

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Le emergenze possono provocare una stretta necessaria sulle libertà personali. In tempi di lockdown, di quarantena forzata e di autocertificazioni per recarsi a fare la spesa ci è ormai chiaro. E, afferma Soro, è giusto che sia così: “Una compressione della libertà così forte probabilmente nel nostro Paese non l’avevamo mai verificata. La privacy è un diritto fondamentale, ma non è l’unico ed è soggetto al bilanciamento con altri beni giuridici, quali certamente la salute pubblica. Ma occorre ricondurre anche le scelte emergenziali dentro una cornice giuridica compatibile con il nostro ordinamento”.

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Per questo il Garante della Privacy lancia un monito e, per evitare che la situazione sfugga di mano, mette in guardia contro le soluzioni “fai da te”. La privacy è un diritto di libertà. Le deroghe vanno gestite da autorità che si assumono la responsabilità di gestire una emergenza. Come Garante abbiamo deciso di affidare anche i nostri orientamenti ad un’unica regia, e di richiamare la necessità di far riferimento alla Protezione Civile e non alle iniziative fai da te”. Poi ribadisce, ancora una volta, che è possibile attuare delle deroghe, ma all’interno di un quadro giuridico ben definito. I poteri della Protezione civile devono essere ben gestiti “dentro un contesto di garanzie accettabile, naturalmente con sacrificio di tutti”.

 

 

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