Coronavirus: la Cina guarisce dal contagio ma si ammala l’economia

Come era facile prevedere dopo il dramma coronavirus i profitti industriali in Cina accusano un crollo annuo del 38,3% nel periodo gennaio-febbraio 2020, il più pesante mai registrato dall’inizio della raccolta dei dati.

La ricca Cina deve fare i conti con il coronavirus. E sono conti salati che hanno messo in ginocchio l’intero Paese. Come era facile prevedere dopo il dramma pandemia i profitti industriali in Cina accusano un crollo annuo del 38,3% nel periodo gennaio-febbraio 2020, il più pesante mai registrato dall’inizio della raccolta dei dati. A causa della pandemia del Covid-19, le più grandi imprese vedono gli utili cedere a 4.110 miliardi di yuan (580 miliardi di dollari). Giù i profitti delle aziende statali (-32,9%) e quelle private (-36,6%). Sui 41 settori esaminati, 37 segnalano cali come petrolio, carbone e altri combustibili (-116,7%) e tlc ed equipaggiamenti elettrici (-87%). In rialzo la filiera del tabacco (+31,5%).

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Sul fronte contagi ieri i casi di coronavirus registrati in Cina sono stati 55, di cui 54 importati e uno interno nello Zhejiang. La Commissione sanitaria nazionale ha citato nei suoi aggiornamenti quotidiani 5 nuovi decessi tutti nell’Hubei, provincia epicentro della pandemia, e 49 nuovi casi sospetti. Le infezioni sono salite a 81.340, di cui 3.460 pazienti in cura, 3.292 decessi e 74.588 dimessi dagli ospedali, che valgono un tasso di guarigione al 91,69%. Contro il contagio di ritorno, Pechino ha annunciato ieri lo stop dei visti agli stranieri e un drastico taglio dei voli internazionali.

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