Coronavirus, Spagna peggio della Cina per numero di contagi

Diventano oltre 85mila i casi in Spagna dall’inizio dell’epidemia. Il numero dei morti sale a quota 7.340. Intanto continuano i provvedimenti in tutta la nazione.

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Resta alta la tensione in Spagna, che da oggi è diventato ufficialmente il terzo Paese su scala mondiale a essere colpito dal Coronavirus. C’era tanta attesa per conoscere i dettagli del nuovo bollettino diffuso dal Governo nazionale. Come di consueto è stato il quotidiano El Pais – che ha anche intervistato il nostro premier Giuseppe Conte – a farsi carico dei numeri e degli aggiornamenti sul Paese. E come abbiamo accennato in apertura, la Spagna è salita sul triste podio dopo aver superato la Cina, in merito al numero di persone contagiate dall’inizio dell’epidemia.

Sono infatti 85.195 le persone che hanno contratto il Covid-19 in Spagna, da quando si è diffuso il virus nel Paese. Nella giornata di ieri, il numero delle persone contagiate era di 6.398 in più rispetto al bollettino del giorno prima. Tra queste se ne registrano ben 812 decedute, che aggravano anche questo dato complessivo. Il numero delle persone che ha perso la vita con il Coronavirus in Spagna è di 7430 unità, con un incremento del 12,44% rispetto al bollettino precedente. Ciò vuol dire che la curva dei decessi è leggermente scesa, anche se resta alta l’allerta in tutta la nazione.

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Le strade in Spagna sono sempre più vuote – meteoweek.com

Rispetto al bollettino reso noto domenica mattina, ci sono anche 324 persone in più nei reparti di terapia intensiva. Con questo aggiornamento, il dato dei ricoveri in condizioni gravi sale a quota 5.231 e resta dunque molto alto. Durante la conferenza stampa, il capo dell’area di Coordinamento dell’Allerta e dell’Emergenza Sanitaria Maria Josè Sierra ha sottolineato le zone in cui la gravità è più alta. In particolare, ad esempio, sono le metropoli come Madrid e Barcellona sono quelle in cui la situazione è da monitorare con maggiore attenzione.

Rispetto al 25 marzo osserviamo un cambio di tendenza nell’incremento giornaliero dei casi – ha dichiarato la Sierra – . Nei giorni tra il 15 e il 25 marzo, infatti, l’incremento medio giornaliero si aggirava intorno al 20%. Da un paio di giorni siamo arrivati circa al 12%. Il cambio di tendenza era auspicabile con il rispetto delle distanze sociali. Non siamo preoccupati per la quantità di pazienti in terapia intensiva, nelle prossime settimane il dato potrebbe anche aumentare. Sul fronte sanitario stiamo lavorando ma sono otto le comunità che dobbiamo tenere sotto osservazione“.

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