Coronavirus: New York pensa a fosse comuni in parchi pubblici

Per far fronte all’emergenza delle sepolture dovuta all’aumentare delle vittime del coronavirus, New York potrebbe fare ricorso a fosse comuni realizzate in alcuni parchi pubblici. L’estrema misura – scrive il New York Times – e’ contemplata in uno dei piani di emergenza messi a punto negli ultimi giorni e che potrebbe scattare se gli obitori cittadini non fossero piu’ in grado di accogliere cadaveri.

US President Donald Trump (Photo by Eric BARADAT / AFP) (Photo by ERIC BARADAT/AFP via Getty Images)

Cuomo: ‘Sono 10.252, di cui 4.758 a NY. I casi sono 344.554’

(ANSA) – WASHINGTON, 6 APR – Negli Stati Uniti il coronavirus ha provocato la morte di più di 10.000 persone. E’ quanto risulta dai dati diffusi dal governatore dello Stato di New York, Andrew Cuomo, secondo cui le vittime nell’intero Paese sono 10.252, di cui 4.758 a New York. Dalla tabella mostrata da Cuomo, i casi di contagio negli Usa sono ora 344.554. La conferma e’ arrivata sia dal sindaco Bill de Blasio sia dal presidente della commissione sanita’ del municipio della Grande Mela, Mark Levine, che ha spiegato come l’ufficio del medico legale di New York sta valutando l’ipotesi di scavare fosse comuni, anche se nessuna indicazione e’ arrivata per ora su quali parchi pubblici verrebbero utilizzati. “L’unica cosa che posso dire e’ che servono aree molto grandi e fuori mano, poco frequentate”, ha spiegato Levine. “Se dovesse essere necessario ricorrere a delle sepolture temporanee abbiamo la possibilita’ di farlo”, ha affermato invece de Blasio.

Diecimila morti. L’America inizia così quella che si preannuncia come la settimana più disastrosa da quando Oltreoceano è esplosa la pandemia. Quel nemico invisibile che, dati alla mano, è arrivato a mietere 10.252 vittime, di cui 4.758 a New York. Con i casi di contagio ancora in crescita esponenziale e che oramai sfiorano quota 350.000, quasi il triplo dell’Italia. E’ solo l’inizio di un disastro annunciato, confermano gli esperti. Eppure il presidente degli Stati Uniti di prima mattina twitta a caratteri cubitali “Luce in fondo al tunnel!”. Mentre alla Casa Bianca si litiga quasi su tutto, con un Donald Trump sempre più distante da quei luminari da lui stesso messi nella task force anticoronavirus. Il tycoon sembra ascoltare più le voci che gli arrivano dai suoi consiglieri più fedeli, compreso il suo avvocato personale Rudy Giuliani, che quelle del virologo Anthony Fauci e dell’immunologa Deborah Birx, i massimi esperti in America nel campo delle malattie infettive.

(COVID-19). (Photo by Sarah Silbiger/Getty Images)

Trump, come sulla crisi dei cambiamenti climatici, dà l’impressione di inseguire più le suggestioni, il suo istinto (come ama spesso dire) che la scienza. Così, raccontano i ben informati, la Situation Room è stata teatro dell’ennesimo durissimo scontro sul ricorso o meno ai farmaci antimalaria per curare il Covid-19. Trump insiste sul loro uso (“Che ci costa provare?”) nonostante non ci siano prove scientifiche sull’efficacia e nonostante i possibili pericolosi effetti collaterali di clorochina e idroclorochina. Fauci, dicono le voci di corridoio, avrebbe anche alzato i toni di fronte a chi cercava di convincere il presidente che la sua era un’intuizione giusta: “Di che cosa stiamo parlando?”. Mentre Peter Navarro, uno degli uomini più fidati del tycoon, avrebbe risposto al virologo di stare zitto e di piantarla di mettere i bastoni tra le ruote.

NEW YORK, NY – APRIL 05 (Photo by Spencer Platt/Getty Images)

Il vicepresidente Mike Pence ha comunque annunciato che l’idroclorochina sarà sperimentata su 3.000 pazienti contagiati dal coronavirus all’Henry Ford Hospital di Detroit, in Michigan, e che il governo Usa lavorerà per mettere milioni di dosi del farmaco a disposizione delle aree del Paese interessate dai principali focolai del coronavirus. Questa la linea scelta da Trump che tira dritto per la sua strada e che durante il briefing con la stampa di domenica ha anche impedito a Fauci di rispondere a chi chiedeva lumi sulla questione. Intanto a New York si sono registrate altre 599 vittime in un giorno. Mentre una vera e propria strage è quella che sta colpendo il personale della metropolitana della Grande Mela, con già 22 dipendenti uccisi dal virus e oltre mille su 74.000 risultati positivi al test del Covid-19. Inoltre, ben 5.430 impiegati dalla Mta, la società dei trasporti pubblici cittadina, sono in quarantena a casa. Una situazione difficile, dunque, con il governatore dello stato Andrew Cuomo che ha esteso la stretta con la chiusura di tutte le attività non essenziali almeno fino al 29 aprile. “Non è il momento di allentare le restrizioni”, ha affermato, annunciando anche il raddoppio della multa – da 500 a mille dollari – per chi viola le norme, a partire da quelle sul distanziamento sociale: “Non è in gioco solo la vostra vita, nessuno ha il diritto di mettere a rischio la vita di qualcun’altro”

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