Migranti, Landini: “regolarizzare per combattere lavoro nero e caporalato”

Il segretario generale della Cgil Maurizio Landini è intervenuto su Radio Capital e ha raccontato di aver chiesto al governo di regolarizzare i lavoratori migranti per combattere lavoro nero e caporalato.

Migranti, Landini- regolarizzare per combattere lavoro nero e caporalato (Getty) - meteoweek.com
Migranti, Landini- regolarizzare per combattere lavoro nero e caporalato (Getty) – meteoweek.com

Il segretario generale della Cgil, la confederazione generale italiana del lavoro, Maurizio Landini, è stato ospite della trasmissione Circo Massimo, in onda su Radio Capital e condotta da Jean Paul Bellotto e Oscar Giannino. I due giornalisti hanno chiesto al sindacalista di raccontare le richieste avanzate al governo sui lavoratori migranti. Maurizio Landini ha dichiarato: “ieri sera abbiamo chiesto la regolarizzazione dei lavoratori migranti sia nel settore dell’agricoltura che in altri settori, ma non abbiamo avuto una risposta. Questo non sarebbe solo un atto solidaristico ma sarebbe un atto di intelligenza per la salute di questi lavoratori e per la nostra salute e anche per combattere il lavoro nero, il caporalato e la malavita organizzata che sfrutta i clandestini e anche i ghetti nel nostro Paese“.

Poi alla domanda su come si possono conciliare gli interessi dei lavoratori italiani, che dovrebbero in queso momento sostituire i lavoratori migranti, visto che non sono in grado di poter lavorare, e sullo stereotipo dei lavoratori stranieri che rubano il lavoro ai cittadini italiani, Landini ha risposto: “come dice Occhetto: in questo Paese se ne sentono tante, ma qui siamo di fronte a un fenomeno strano in alcuni settori. I lavoratori migranti sono sfruttati e sono sottopagati, sono clandestini e invisibili. Nessuno vuole lavorare per 3 euro all’ora. Il fatto che non ci sarebbero italiani che vogliono andare a lavorare è anche un problema di come vengono pagati in certe situazioni. Regolarizzare vuol dire uscire da questo schema, perché regolarizzare i lavoratori migranti vuol dire che esistono e vuol dire che si applicano i contratti, vuol dire che viene assicurato un lavoro di un certo tipo, e anche gli imprenditori più seri e più avveduti sia nel settore dell’agricoltura che in altri settori sono d’accordo con questa proposta perché conviene anche a loro che la competizione non si giochi sulla riduzione dei diritti di chi lavora ma sulla qualità, anche per costruire un sistema di filiera complessivo. Continuare con questo regime vorrebbe dire regalare alla criminalità organizzata la gestione di questo mercato nero. Regolarizzare sarebbe un segnale per il futuro del lavoro e anche un modo per aiutare le imprese più virtuose e quelli che vogliono fare seriamente questo lavoro“.

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