Fase 2, Ippolito (Spallanzani): rischio seconda ondata, attenzione ai dati

Fase 2, Ippolito (Spallanzani): rischio seconda ondata, attenzione ai dati. Importante monitorarli affinché siano tempestivi e affidabili

Fase 2, Ippolito (Spallanzani): rischio seconda ondata, attenzione ai dati
Fase 2, Ippolito (Spallanzani): rischio seconda ondata, attenzione ai dati (GettyImages)

La Fase 2 è iniziata da poco ma il rischio di una seconda ondata è sempre in agguato. Ecco perché bisogna fare molta attenzione a rispettare le norme per non ricadere nuovamente nel lockdown. È il direttore scientifico dello Spallanzani, Giuseppe Ippolito a dirlo in un’intervista a La Repubblica. Ippolito sottolinea l’essenzialità del monitoraggio dei dati, che devono essere “affidabili, tempestivi e disponibili per tutti con il massimo livello di dettaglio. Saranno queste le basi di un nuovo patto nel Paese per il controllo della malattia”. 

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Il timore, secondo Ippolito, è che con le riaperture  i contagi possano riprendere, anche in breve tempo, il che costringerebbe nuovamente a prendere misure restrittive severe. L’abbassare la guardia, infatti, deve andare a braccetto con un aumento di responsabilità e anche “consapevolezza dei rischi da parte dei cittadini“. Per Ippolito non si possono fare previsioni su un ritorno o meno del virus, per questo insiste sull’importanza del monitoraggio dei dati sulla sua diffusione che vanno ben esaminati “per intercettare eventuali nuovi focolai. E’ ovvio che riaprire aumenti i rischi ma contiamo sul rispetto delle misure“. E sulla revisione delle misure Inail, Ippolito sostiene che l’Inail abbia fatto un grosso lavoro, “e buona parte del documento dell’accordo Stato-Regioni riprende quelle raccomandazioni. Spesso è necessario che le misure siano semplici ed adottabili capillarmente sul territorio. Se le indicazioni sono chiare per tutti, tutti saremo disponibili ad applicarle“.

Per ciò che concerne la distanza di sicurezza, per Ippolito è importante continuare a rispettare almeno il metro:”In fin dei conti il cuore delle raccomandazioni è di creare un sistema di misurazione degli spazi che porti a mantenere una distanza di appunto cento centimetri tra le persone, da ogni lato“. E infine, ragiona sul fatto che si sa ancora molto poco del Coronavirus:”L’abbiamo compresa ancora molto poco. Ogni giorno nuove conoscenze smentiscono le nostre certezze di poco tempo prima. Ci vuole grande umiltà in questa fase: bisogna ammettere che ci sono cose che non sappiamo e cose di cui sembriamo essere certi che verranno smentite dai fatti domani“.

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