A Roma un aereo cade nel Tevere durante un’esercitazione di volo. Disperso l’allievo 23enne. L’istruttore commenta: “Non mi ha più risposto”. 
“L’aereo che oggi alle 15.08 è caduto nel fiume Tevere a Roma era decollato dall’Aeroporto dell’Urbe alle ore 14.55″. Così comincia una nota della Scuola Urbe Aereo a proposito dell’incidente avvenuto ieri a Roma. Sul velivolo si trovavano due persone: l’istruttore Giannandrea Cito, primo ufficiale Ryanair, e il suo allievo, Daniele Papa. Dalla Scuola Urbe Areo fanno sapere che il 23enne a cui Cito faceva da istruttore aveva già accumulato 41 missioni di volo. Per legge quindi aveva l’autorizzazione a volare in autonomia sotto supervisione. Dopo aver perso il controllo dell’aereo, forse a causa di un guasto al motore, l’istruttore ha tentato di ammarare sulle acque del fiume. Il tentativo disperato non ha evitato che l’aereo biposto Diamond Da 20 si inabissasse.
Ragazzo disperso, l’istruttore è salvo
Cito è stato soccorso dal 118 e portato al Policlinico Gemelli: non sarebbe in pericolo di vita. Dell’allievo si sono perse le tracce. I soccorritori e i vigili del fuoco sono impegnati nelle ricerche nei pressi di via Vitorchiano. “Ho chiamato il mio compagno – ha spiegato l’istruttore ai soccorritori – ma non ho più sentito la sua voce”. Giannandrea Cito racconta anche di aver tentato di liberare il ragazzo dalla cintura di sicurezza, ma di non esserci riuscito. Il 23enne potrebbe essere stato trascinato in profondità insieme all’aereo. Il velivolo aveva pochissime ore di volo (1080, fa sapere la nota della Scuola Urbe) ed era equipaggiato con tecnologia all’avanguardia. Ma già l’anno scorso episodi simili avevano coinvolto lo stesso tipo di aereo nelle Marche e in Liguria.
L’agenzia Nazionale per la Sicurezza del Volo (Ansv) ha inviato un suo investigatore sul posto per ricostruire la dinamica dell’incidente. “Scuola Urbe Aereo è a disposizione delle autorità e dell’Ansv per fornire ogni elemento utile all’inchiesta” sottolinea la nota della scuola, che esprime anche la sua vicinanza alla famiglia del disperso.
