Autostrade: Atlantia apre alla possibilità di soci di minoranza

Atlantia, la società che detiene la maggioranza di Autostrade per l’Italia, si dice aperta all’ingresso di nuovi soci di minoranza.

Atlantia sarebbe disposta a fare un passo: la società – di cui sono azionisti i Benetton – cederebbe quote di minoranza di Autostrade per l’Italia, ma solo all’interno di un quadro regolamentare certo.  La decisione sembra essere collegata all’articolo 35 del decreto Milleproroghe che ha unilateralamente modificato i termini della convenzione nel caso di revoca della concessione. Una scelta che ha di fatto abbassato drasticamente il valore della stessa Aspi. Il tutto, in un momento delicato anche dal punto di vista politico: il premier Giuseppe Conte dovrebbe incontrare PD, Movimento 5 Stelle e Italia Viva all’inizio della prossima settimana per rivalutare tutta la situazione. Sembra però che il governo abbia deciso di dare una svolta al caso autostrade: l’obiettivo è quello di definire una strategia in tempi rapidi. Autostrade per l’Italia ha tempo fino al prossimo 30 giugno decidere di recedere dalla convenzione – previsto un indennizzo superiore a 23 miliardi – per le modifiche introdotte dal Milleproroghe. Bisogna dunque raggiungere un’intesa entro tale data.

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Il Governo, oltre a mettere in discussione tariffe e la quantità di investimenti, vorrebbe anche rivedere l’assetto azionario di Autostrade per l’Italia che oggi vede la holding dei Benetton controllare l’88,06% dell’asset. Una prospettiva che non sembra preoccupare troppo Atlantia: «C’è tutto il nostro interesse ad avere partner di minoranza di lungo periodo, nazionali e internazionali, che condividano con noi un progetto industriale» ha affermato solo ieri l’ad della holding Carlo Bertazzo. Ci sono anche dei contatti: con F2i – Fondi Italiani per le Infrastrutture – ma anche con la Cassa Depositi e Prestiti, che però potrebbe addirittura anche considerare un ingresso in Atlantia. Una serie di scelte drastiche che permetterebbero ai Benetton e agli altri azionisti di sbloccare la situazione con il governo, che resta tesa. Comunque,  «prima di cercare nuovi soci» per Aspi «è necessario venga ristabilita certezza normativa e regolatoria» ha voluto sottolineare Bertazzo:  «Nessuno entrerebbe mai in Aspi nelle attuali condizioni, se non per volontà diverse da quelle di un investitore di mercato e a prezzi lontani dal reale valore dell’azienda». Il riferimento è proprio all’articolo 35 del Milleproroghe: «Nessuno presterà mai un euro ad Aspi fino a che non viene modificato». A queste considerazioni va aggiunto il fatto che da gennaio scorso entrambe le società siano state declassate a “spazzatura” da tutte le agenzie di rating. Questo «renderà più oneroso e potrebbe limitare la capacità di Autostrade per l’Italia di finanziarsi sui mercati dei capitali» spiega Atlantia. C’è poi la possibilità di una revoca: in quel caso Autostrade sarebbe tenuta a ripagare un «ingente ammontare di debiti senza avere le risorse finanziarie necessarie». In caso di  revoca della concessione, però, lo Stato è obbligato a risarcire l’intero danno subìto dal concedente, senza esoneri e limitazioni.

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