Remuzzi: “Coronavirus ora meno letale, ma abbiamo problema sui guariti”

Lo scienziato Remuzzi: “Sono finiti i ricoveri con difficoltà respiratorie, il virus sembra meno letale ed è un dato di fatto. Ci sono però persone a casa da mesi con febbri altalenanti alle prese con un’infezione persistente e imprevedibile. I tamponi di massa? Una strategia inutile. Ed è giusto riaprano le scuole”

Lo scienziato Giuseppe Remuzzi

“Il virus è cambiato, non ci sono dubbi”, dice lo scienziato Remuzzi intervistato da Repubblica. Riflessioni a 360 gradi nella fase in cui si sono formati due partiti: coloro i quali credono in una seconda ondata dopo le riaperture del 18 maggio; gli ottimisti, che credono in un virus assolutamente assente già dall’estate. “Stiamo ai fatti – esordisce Remuzzi – Siamo passati dagli 80-120 ricoveri al giorno, tutti con grandi difficoltà respiratorie, a zero nuovi arrivi per Covid-19 negli ospedali. È cambiato il modo in cui si manifesta. Forse siamo di fronte a una riduzione della carica virale. Quando è molto elevata, la malattia di solito è grave. Ora non succede più, non come prima, almeno. Al punto che gli studi italiani sui farmaci per combattere il virus sono in difficoltà perché non si trovano più malati”.

Secondo lo scienziato, le mascherine sono utili. “Le mascherine servono. Riducono in modo importante la quantità di goccioline con particelle virali trasmesse da una persona all’altra. Assieme al mantenimento della distanza e al lavaggio frequente delle mani sono la prima ragione di questo affievolimento”.

“Aprire le scuole, non è giusto restino chiuse”

“Chiudere subito le scuole era un provvedimento logico, di buon senso. Ma adesso la situazione non è cambiata? Non c’è alcuna ragione per non riaprirle”. Remuzzi dice sì alle lezioni in presenza, ma frena sulla necessità di tamponi di massa. “Assolutamente no, non servono a nulla – spiega -. Il numero di tamponi va limitato anche per ragioni di risorse. Vanno utilizzati per scopi precisi, come la protezione degli operatori sanitari, degli anziani nelle Rsa e delle persone a contatto continuo con il pubblico. Adesso bisogna usare il tempo a disposizione per prepararsi a proteggere queste categorie se e quando la malattia ritornerà nelle sue manifestazioni più gravi”.

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Coronavirus, scuole rimangono chiuse: ipotesi corsi recupero a settembre
Coronavirus, scuole rimangono chiuse (GettyImages)

“Non lo so se il virus si esaurirà – aggiunge – è una risposta sincera. Non lo sa nessuno. Sulla fine dei virus, vaccini a parte, esistono soltanto teorie, e nessuna spiegazione davvero provata a livello scientifico. Sappiamo in questo momento che il calo non dipende dalla cura migliore ma dalla probabile inferiore carica virale. Se il coronavirus non porta alle polmoniti, ma si ferma prima, è meno pericoloso. Esiste però un problema guariti”.

“Persone infettate in passato che stanno anche bene, sono curate a casa, ma hanno addosso una malattia che è diventata persistente e imprevedibile. Malattia che alterna sintomi respiratori ad altri come fragilità ossea, perdita di olfatto e sapori, stati febbrili altalenanti, e soprattutto sembra non finire mai. Gente a casa da cinque mesi in attesa dell’esito negativo del tampone. In vista dell’autunno e anche oltre – conclude – la vera sfida per l’autorità sanitaria sarà la gestione e l’assistenza di questa intera popolazione di persone che non sono ricoverate ma non sono neppure guarite”.

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