Smartworking a Palazzo Chigi, i dipendenti si ribellano

Dipendenti di Palazzo Chigi in smartworking, Conte taglia gli straordinari e i sindacati presentano ricorso. Dura la lotta ai privilegi.

Dipendenti Palazzo Chigi presentano ricorso vs Conte

Lo smartworking, si sa, ha modificato le abitudini di gran parte dei lavoratori italiani con effetti positivi sulla conciliazione della vita privata e lavorativa, dando in molti casi più soddisfazione. Ma c’è anche chi non la pensa così, tanto da presentare un ricorso contro il proprio datore di lavoro.

Il caso scoppia quando a presentare ricorso sono i dipendenti di Palazzo Chigi che accusano il Premier Conte di comportamento antisindacale per aver sospeso gli straordinari e non aver negoziato le modalità di lavoro agile.

Nel ricorso firmato dall’avvocato Dorangela Di Stefano, i sindacati se la prendono con il capo dipartimento degli Affari giuridici e legislativi, Ermanno Di Francesco e chiedono al giudice di annullare i suoi provvedimenti sullo smartworking.

Di Francesco è giudicato colpevole di aver sospeso gli straordinari. In base alle norme anti Covid infatti, la gran parte del personale di Palazzo Chigi resta a casa per sei giorni a settimana, lavorando quattro in smartworking, mentre un’altra parte sta a casa, in totale esenzione dal servizio, percependo l’intera retribuzione.

Ma i sindacati non ci stanno e sostengono che i dipendenti di Palazzo Chigi hanno il diritto di stare fisicamente in ufficio oltre l’orario giornaliero e di maturare il massimo delle ore di straordinario, anche lavorando un solo giorno a settimana.

I sindacati dei lavoratori hanno presentato un ricorso contro il Premier Conte, difeso dall’Avvocatura dello Stato, che sarà esaminato il 7 Luglio dal Tribunale di Roma, sezione lavoro. Ricorso che per Palazzo Chigi è “completamente infondato”, “temerario” e che “mai potrebbe essere accolto.

 

 

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