Il Comune di Verona vuole uscire dall’Unione Europea

Il Comune di Verona ha aderito ad un’iniziativa per proporre un referendum al fine di chiedere l’uscita dall’Unione Europea. Un’adesione ritenuta inaccettabile dal Partito Democratico.

Comune di Verona vuole uscire dall'UE

Il Comune di Verona ha aderito ad un’iniziativa che ha l’obiettivo di proporre un referendum al fine di far uscire l’Italia dall’Unione Europea. La denuncia è arrivata dal gruppo consiliare di minoranza del Partito Democratico. In particolare, il gruppo in minoranza ha criticato la scelta dell’amministrazione guidata da Federico Sboarina di Forza Italia e in una nota ha scritto: “Leggiamo dal portale Internet ufficiale che il Comune di Verona ha aderito all’iniziativa sostenuta dal Comitato promotore Libera l’Europa – UEXIT, a favore di un progetto di legge di iniziativa popolare finalizzato all’indizione di un referendum di indirizzo sul recesso dello Stato dall’Unione Europea”. Tale nota, che presenterà un’interrogazione all’amministrazione comunale allo scopo di giustificare i motivi dell’adesione, sarà corretta con una formulazione più adeguata.

La proposta per un referendum a favore dell’uscita dall’Unione Europea da parte dell’Italia è stata promossa da 14 professionisti romani, un gruppo con a capo Federico Benini, Elisa La Paglia, Stefano Vallani e Vittorio Sgarbi. Un’iniziativa appoggiata anche da parte dell’ultradestra radicale e dal Movimento Stop Euro. Dunque, il movimento di Sgarbi sta raccogliendo tutte le firme necessarie per richiedere il referendum. Tuttavia, l’improvviso sostegno politico della giunta veronese all’iniziativa, ha fatto storcere il muso ai consiglieri di minoranza che hanno dichiarato: “Finché si parla di dare la disponibilità ad una richiesta di democrazia, per quanto riguarda balzana, presentata nei termini previsti dalla nostra Costituzione, è un conto. Ma che il Comune di Verona, città da sempre stata aperta all’Europa e al mondo, fornisca un’adesione politica ad un’iniziativa simile, è inaccettabile”. Il gruppo consiliare del Partito Democratico, lamenta poi il comportamento messo in atto da altri Comuni quali Milano, Bologna e Reggio Emilia in quanto hanno messo a disposizione il servizio di certificazione delle firme presso i proprio Urp, ma nessuno di questi lo ha fatto con la formula dell’adesione.

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