Omicidio Sacchi, Del Grosso racconta l’omicidio: “Ecco come andò”

Valerio Del Grosso accusato del delitto del 24enne ha reso delle dichiarazioni spontanee raccontando come andarono i fatti la notte dell’omicidio Sacchi.

Omicidio Sacchi, Del Grosso racconta l’omicidio: “Ecco come andò” – meteoweek

“Non volevo sparare e non volevo uccidere Luca”: parole disperate che raccontano una storia drammatica. Valerio Del Grosso a processo per l’omicidio di Luca Sacchi ha reso dichiarazioni spontanee su quella tragica notte. “Dopo quanto accaduto non volevo scappare – ha detto al processo che si sta svolgendo a porte chiuse davanti alla Prima corte d’Assise – Sono andato a dormire nell’hotel dove andavo qualche volta quando volevo stare da solo”. “Non ho preso soldi, nello zaino non c’erano soldi” ha concluso facendo riferimento alla vicenda della trattativa per l’acquisto di droga. Non è presente in aula Giovanni Princi, amico della vittima già condannato a 4 anni. Il giudice ha accolto la richiesta del pm Nadia Plastina che contesta a Princi la violazione della legge sugli stupefacenti.

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Il processo si sta svolgendo a porte chiuse davanti alla Prima corte d’Assise – meteoweek

Giovanni Princi, amico di infanzia di Luca Sacchi, era infatti accusato del tentativo di acquisto di 15 chilogrammi di marijuana. Secondo quanto avanzato dall’ipotesi investigativa, il giovane (che rimane agli arresti domiciliari) avrebbe fatto da intermediario assieme alla fidanzata di Luca, l’ucraina Anastasiya Kylemnyk, nella trattativa per l’acquisto della droga. Anastasiya, finora, è l’unica imputata ad aver risposto al gip il 4 dicembre 2019. Il suo racconto, ritenuto lacunoso e poco plausibile dal gip, apre un interrogativo: dov’è finita la busta con dentro i 70mila euro destinati all’acquisto? Gli imputati si rimbalzano le responsabilità. La ragazza già in precedenza aveva ammesso di aver mentito: «Quella notte ho omesso la verità ai carabinieri. Ho pensato stupidamente di non volere mettere me e Luca in mezzo a questo impiccio di Giovanni. Di lui, che si faceva qualche cannetta e con noi non ha mai parlato di comprare droga per venderla, ci fidavamo ciecamente». La ragazza è allo stesso tempo parte civile in quanto vittima dell’aggressione sfociata poi in omicidio.

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