Lo stato di emergenza: l’arma del premier contro il Covid-19

Procedura in deroga e decreti del presidente del Consiglio per deliberare con urgenza. Eventuale proroga fino al 31 dicembre 2020.

Stato di emergenza: l’arma del premier

È il Dpcm, il decreto del presidente del Consiglio dei ministri, che dall’inizio della pandemia ha regolato la vita dell’Italia, imponendo restrizioni sulla libertà personale o obblighi quali la quarantena e l’uso delle mascherine così come dei dispositivi di protezione al fine di prevenire il Covid-19. Molto probabilmente, lo stato di emergenza verrà prorogato fino al 31 dicembre 2020 per permette al governo di assumere decisioni immediate senza attendere i tempi del parlamento e di provvedere all’acquisto di materiali necessari, come ad esempio quelli sanitari o all’approntamento di nuovi reparti ospedalieri con una procedura di appalti assai più rapida e semplificata rispetto a quella standard.

Dunque, lo stato di emergenza è il provvedimento che, seppur non esente da polemiche e riserve anche all’interno della stessa maggioranza, ha consentito e consentirà al governo di adottare le contromisure all’emergenza coronavirus. Tali contromisure sono ritenute necessarie nel più breve tempo possibile. Ad esempio, una misura sollecitata dallo stesso comitato tecnico scientifico solleva molti dubbi sul reale utilizzo della norma in quanto consente l’istituzione delle zone rosse da parte del governo. Tuttavia, l’inchiesta sulla mancata istituzione della zona rossa ad Alzano e Nembro è ancora in corso. Eppure, le procedure semplificate previste dallo stato di emergenza hanno dato finora agio alla protezione civile di provvedere all’acquisto di dispositivi di protezione ed altri materiali che serviranno a pianificare la struttura commissariale di Arcuri al fine di acquisire rapidamente tutto quello che serve alle scuole per la ripartenza a settembre. Infine lo smart working, con il prolungamento dello stato di emergenza, verrà consentito agli impiegati statali di proseguire la loro attività lavorativa da remoto, dove possibile.

Tuttavia se al 31 luglio 2020, data di scadenza dell’attuale stato di emergenza ma anche dell’ultimo Dpcm, non verranno prorogate da un provvedimento ad hoc i provvedimenti ancora in vigore, quest’ultimi decadrebbero automaticamente e complessivamente: dall’uso delle mascherine obbligatorio negli ambienti chiusi al distanziamento sociale.

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