Autostrade, proposta di Aspi al governo. Il M5S frena: “Per noi resta no”

Autostrade per l’Italia ha presentato al governo una proposta per rinnovare le concessioni, che pare spaccare i partiti di maggioranza. Ferma la posizione del Movimento 5 Stelle: “Per noi resta no”.

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Continuano le accese trattative in merito alla revoca della concessione ad Aspi. Da Autostrade nel frattempo è arrivata la proposta al governo, che potrebbe fargli scampare la revoca della concessione. Il consiglio di amministrazione di Autostrade per l’Italia l’ha messa a disposizione dei ministeri delle Infrastrutture e Trasporti, dell’Economia e di Palazzo Chigi, e sarà esaminata in Consiglio dei ministri martedì. Ma se Palazzo Chigi tentenna davanti la revoca, il Movimento 5 Stelle non cede di un solo passo: “Per noi resta no”.

Revoca concessione Aspi, la maggioranza di spacca

Bocce cucite e assoluto silenzio sui contenuti della proposta presentata da Autostrade per l’Italia sul nodo delle concessioni. La Stampa, tuttavia, riporta di “accenni di ottimismo, che rimbalzano nei palazzi romani”, ai quali il Movimento 5 Stelle si schiera immediatamente contrario – nonostante qualcuno di interno al partito sembra essere aperto alla possibilità di un accordo. A differenza, invece, del Partito Democratico e di Italia Viva che sembrerebbero ben disposti ad accettare la proposta di Aspi, additando come a troppo pericolosa e poco conveniente la totale estromissione dei Benetton.

Del resto, viene riportato dalla stampa nazionale, pare che nel contenuto della proposta – che sottolineiamo, non è stata ancora resa pubblica – la società si sia impegnata a rispettare tutte le condizioni poste dal governo, compresa la cessione di quote da parte dei Benetton così da non essere più gli azionisti di riferimento di Atlantia. Nel documento, allora, si fa riferimento al risarcimento di 3,4 miliardi per chiudere il procedimento, ai 13,2 miliardi di investimenti e 7 di manutenzioni, nonché al taglio dei pedaggi, e all’incremento medio annuo massimo dell’1,75% sull’intero arco temporale della concessione.

Scampata, invece, la vociferata richiesta di modifica dell’articolo 35 del decreto Milleproroghe, ovvero di quella norma che riduceva l’indennizzo a 7 miliardi in caso di revoca (una cifra molto più bassa rispetto ai 23 miliardi previsti dalla convenzione del 2008). Ma tutto ciò non convince il Movimento 5 Stelle. Alessandro Di Battista, in prima linea a favore dell’estromissione dei Benetton, ha già esordito: “Conta solo la revoca, non c’è nessuna alternativa”. E ancora, nessuna proposta accettabile nemmeno per l’ex ministra per il Sud Barbara Lezzi: “Davanti a 43 morti, possiamo accettare solo una revoca”.

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Il gruppo pentastellato si muove anche con il pieno sostegno di Mauro Coltorti, presidente della commissione Trasporti di palazzo Madama: “Siamo orientati a non accettare la proposta di Aspi, il gruppo si è sempre espresso in questo senso. lo continuo a essere allibito dal comportamento dei Benetton, ma valuteremo l’accordo nei prossimi giorni e io sono uno che rispetta le decisioni della maggioranza”. Che però trova delle rimostranze da parte di Luigi Marattin, di Italia Viva: “Da parlamentare e cittadino vorrei sapere chi subentrerà nella gestione delle Autostrade e con quali risorse, che fine fanno i lavoratori di Aspi e che valutazione di rischio è stata fatta sul risarcimento che dovrebbe essere versato ai Benetton”.

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E nel mentre la maggioranza si divide davanti alla questione di Aspi, i pariti d’opposizione di Fratelli d’Italia e Lega ragionano sulla possibilità di presentare una mozione in Senato. Mentre Antonio Tajani, di Forza Italia, invece spiega: “La soluzione migliore potrebbe essere rinnovare la concessione con condizioni assolutamente diverse e avviare strumenti per verificare attentamente che le regole vengano rispettate e che la sicurezza sia tutelata”.

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