Aspi, ecco l’accordo: niente revoca, ma Benetton fuori dal gruppo

È stata scongiurata l’ipotesi della revoca della concessione ad Aspi. Il Governo entrerà nella gestione del gruppo. Atlantia uscirà in maniera graduale, mentre Autostrade per l’Italia verrà quotato in Borsa.

autostrade sede aspi

Alla fine l’accordo è arrivato. Da una parte c’è il Governo, che si è radunato nel Consiglio dei Ministri per prendere una decisione che fosse più equilibrata e corretta possibile. Dall’altra parte c’era Aspi, il cui gruppo temeva che venisse revocata la concessione per la gestione della rete autostradale del Paese. Alla fine, come spesso accade, l’accordo è stato trovato nel mezzo. Perchè non ci sarà la revoca totale della concessione di Aspi. Ma al tempo stesso si concretizzerà la tanto attesa e agognata uscita di scena del gruppo Atlantia. E quindi dei Benetton.

La decisione è stata maturata al termine di una lunga trattativa, che ha visto nella notte scorsa il suo momento clou. Anche perchè, dopo un lungo braccio di ferro, Aspi sembra aver finalmente accolto tutte le richieste fatte dal Governo. E sei ore dopo l’inizio del Consiglio dei Ministri radunato dal premier Conte, è stato dato un nuovo mandato a Roberto Gualtieri e Paola De Micheli. I ministri dell’economia e delle infrastrutture hanno ricevuto il mandato per la gestione di una situazione critica. Ma alla fine, la sensazione è che Aspi e Governo si siano incontrati a metà strada.

Stando alle fonti collegate al Governo, Aspi avrebbe inviato quattro lettere diverse a Palazzo Chigi. Ognuna di esse conteneva passaggi fondamentali, in cui venivano accolte le richieste del premier Conte e della sua squadra. Così Gualtieri e De Micheli sono stati “mandati” dal presidente del Consiglio per finalizzare i dettagli e far uscire una ideale fumata bianca. E come abbiamo detto, uno dei passaggi fondamentali di questo accordo sarà l’uscita graduale della famiglia Benetton dalla società che gestisce la rete autostradale italiana.

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Dunque tutti contenti, almeno sulla carta. Da una parte è arrivata la tanto attesa uscita del gruppo Atlantia, richiesta a gran voce dal Movimento 5 Stelle già al tempo del crollo del Ponte Morandi di Genova e ribadita di recente da Conte. Dall’altra parte, però, Aspi non perderà il controllo sulla rete autostradale. E forse l’incertezza sul futuro – sia dell’eventuale nuovo concessionario ma anche e soprattutto dei dipendenti del gruppo Autostrade – ha favorito questa nuova via. Il prossimo passaggio avverrà entro il prossimo 27 luglio, con l’inizio dell’interlocuzione di Cassa depositi e prestiti.

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Ma non c’è solo l’uscita di Atlantia dal gruppo Autostrade, al centro dell’accordo raggiunto ieri in Consiglio dei ministri. La linea dura seguita da Giuseppe Conte è andata avanti nonostante una nuova proposta di Aspi portata sul tavolo del Consiglio dal ministro Gualtieri. E dopo un po’ di malumore, la trattativa è andata avanti e alla fine Autostrade per l’Italia ha accettato di seguire la linea governativa. Oltre all’uscita dilazionata di Atlantia, come detto, ci sarà anche l’ingresso della Cassa depositi e prestiti. Ma c’è di più: il gruppo Autostrade verrà quotato in Borsa e ci sarà un controllo in crescita graduale da parte dello Stato.

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