Muore in ambulanza per diagnosi sbagliata: condannati due medici

Paziente morto in ambulanza per diagnosi sbagliata, condannati due medici ad Arezzo. Il caso rischiava l’archiviazione, ma oggi è arrivata la sentenza: otto mesi per omicidio colposo.

Arezzo medici condannati
Arezzo medici condannati – foto di repertorio

Nuovi sviluppi per il caso che ha rischiato di essere archiviato alcuni anni fa: due medici sono stati oggi condannati, dal tribunale ad Arezzo, a 8 mesi per omicidio colposo. I due sbagliarono una diagnosi a un paziente che ai tempi dei fatti (si parla dell’anno 2013) aveva 69 anni, e che morì in seguito alle relative complicanze.

Il legale dei familiari della vittima, Simone De Fraja, si era opposto all’archiviazione del caso fino a che il Gip Piergiorgio Ponticelli non ha infine disposto l’incriminazione coatta, che ha portato all’attuale sentenza. La conclusione del processo arrivata oggi si è tenuta davanti al giudice Ada Grignani e al pm Luigi Niccacci.

Medici sbagliano diagnosi, muore 69enne di Arezzo

La vicenda legata alla morte del paziente 69 anni è stata ricostruita oggi in aula, durante la sentenza. I fatti risalgono al mese di marzo 2013, quando il 69enne – che era in attesa di un intervento urgente per la rimozione di un aneurisma – accusò forti dolori alla schiena. All’alba del 21 marzo venne accompagnato dai suoi famigliari al pronto soccorso dell’ospedale della Fratta a Cortona (Arezzo), con già una radiografia che evidenziava il sospetto aneurisma.

medico ospedale
foto di repertorio

Nonostante la documentazione e i dolori riportati dall’uomo, però, il medico che lo esaminò lo dimise, prescrivendogli degli antidolorifici per una lombosciatalgia e fissando un esame ecografico per il pomeriggio del giorno stesso. Nel pomeriggio il 69enne si recò di nuovo in ospedale, dove uno specialista – riconosciuto il sospetto aneurisma all’aorta – lo mise in lista d’attesa per l’intervento di rimozione, senza però inserirlo tra le urgenze.

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Sono bastate allora poche ore per far precipitare irrimediabilmente le condizioni dell’uomo. La sera stessa, all’aumentare dei dolori, le figlie preoccupate del 69enne chiamarono immediatamente il 118. Il medico e i soccorsi giunti sul posto tentarono di rianimare l’uomo, ma qualsiasi sforzo fu vano: il paziente morì in ambulanza.

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Immediata, allora, la deuncia da parte dei famigliari della vitima. Fu il pm Ersilia Spena a chiedere l’archiviazione del caso, ma la parte civile (tutelata dallo studio di Roberto e Simone De Fraja) fece opposizione, fino a che il gup del tribunale di Arezzo Piergiorgio Ponticelli non ordinò l’imputazione coatta sia per il medico del pronto soccorso che per lo specialista. Oggi arrivata infine la condanna a 8 mesi per entrambi.

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