Troppi Dpcm e voto di fiducia per i Decreti Legge: per Maria Elisabetta Alberti Casellati il rischio è che venga meno “la democrazia parlamentare” 
“Il Paese può vincere”. Così comincia l’intervento del presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati. Un discorso che infonde speranza, ma che acquisisce ben presto la forma di una critica contro l’operato del premier Conte, soprattutto durante l’emergenza Covid. Alberti Casellati parla infatti del rispetto alla via maestra della Costituzione, troppo spesso dimenticato con il ricorso a Dpcm e Dl approvati senza consultazione parlamentare.
Il Presidente del Senato denuncia l’atteggiamento dell’Esecutivo a guida Giuseppe Conte che ha “sostanzialmente privato una delle due Camere della possibilità di incidere realmente sui principali decreti-legge”. Inoltre per Alberti Casellati è necessario limitare “il ricorso troppo frequente al voto di fiducia” sempre per garantire il rispetto delle prerogative delle due camere. “Non è immaginabile che su un provvedimento di circa 300 articoli come il ‘decreto-rilancio’ il Senato non abbia toccato palla” – afferma Alberti Casellati. Il timore del Presidente del Senato è che venga meno “la democrazia parlamentare”.
Elisabetta Alberti Casellati prosegue la sua invettiva sottolineando l’importanza che il Senato e la Camera dei Depuntati avrebbero dovuto avere, e non hanno avuto, nel rilancio dello Stato. “Spetta solo al Parlamento offrire al governo linee di indirizzo vincolanti per ricostruire il Paese. Su questo non si può transigere” – dice la seconda carica dello Stato.
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Il commento sull’Europa
L’intervento di Alberti Casellati vira poi sul tema Europa. “Oggi abbiamo finalmente visto un’Europa più coesa e solidale, grazie soprattutto a una maggiore apertura al dialogo della Germania” – commenta il Presidente del Senato. Ma Casellati ha qualcosa da ridire anche sul meccanismo decisionale a livello europeo. Infatti continua: “Credo che l’Europa debba approfittare di questa occasione storica anche per avviare una profonda riflessione interna su quel voto all’unanimità del Consiglio europeo che costituisce un vulnus alla democrazia e alle sue regole di funzionamento“. Poi conclude: “A Bruxelles abbiamo visto la posizione di una minoranza prevalere sulla linea condivisa dalla maggioranza. Questo è un paradosso e non è sui paradossi che si può costruire il futuro dell’Europa“.
