Nella spiaggia libera solo se residente: la vicenda finisce in tribunale

A Vico Equense, in provincia di Napoli, le spiagge libere sono riservate solo ai residenti. Lo decide una ordinanza comunale: ma per molti è una ingiustizia.

Alla fine Aarriva in tribunale la contesa sulle spiagge libere di Vico Equense. L’associazione Verdi, Ambiente e Società hanno presentato ricorso al Tar Campania affinché sospenda od annulli i provvedimenti adottati dall’amministrazione comunale che impediscono ai non residenti di accedere alle spiagge libere. Non solo: le ordinanze del comune delegano ai privati che gestiscono le aree attrezzate sulle medesime spiagge il compito di verificare se il bagnante risulti o meno residente, oltre ad introdurre un complesso regolamento: obbligo di prenotazione e turnazione, chiusura notturna.  In particolare Verdi, Ambiente e Società chiede ai giudici di sancire l’illegittimità della deliberazione della giunta comunale del 31 maggio numero 48 e della ordinanza del tre luglio numero 135. Si tratta di norme che riguardano appunto le modalità di fruizione degli arenili Calcare, Pezzolo, Postale, gli unici tre arenili non in concessione del Comune vicano. Secondo i VAS “gli atti impugnati sono del tutto privi di riferimenti scientifici, di analisi specifiche e contestualizzate, della concreta indicazione del motivo per il quale l’accesso alle tre spiagge di Vico Equense dovrebbe essere regimentato in modo così rigoroso da precludere di fatto l’accesso al mare per tutti coloro che non siano residenti ovvero ospiti presso una struttura ricettiva della zona, in ciò violando anche il principio di non discriminazione dell’articolo 3 della Costituzione”.

Nel ricorso si sottolinea che “la regolamentazione dell’accesso al mare adottata dal Comune ha avuto come effetto quello di favorire i gestori delle aree libere organizzate i quali si trovano di fatto monopolisti della stazione demaniale, pur in assenza di una concessione che li abiliti a tale privilegio. Si tratta, in altri termini, di una privatizzazione latente degli arenili che contrasta evidentemente con l’interesse pubblico ad una fruizione libera ed ordinata degli spazi demaniali”. Le normative contestate – incalza l’avvocato dei Vas – “finiscono con lo strumentalizzare l’emergenza sanitaria per costituire occasione di profitto privato e miglioramento dello status degli operatori balneari, le cui legittime attività non devono però svolgersi in spregio dei diritti della collettività, ivi compreso quello dell’accesso al demanio”. I Vas puntano anche ad ottenere dal Tar l’annullamento del provvedimento adottato dal Comune di Vico Equense che ha formalizzato la procedura per arrivare alla proroga automatica delle concessioni balneari fino al 31 dicembre 2033. Per sostenere il costo del ricorso l’associazione sta per lanciare una campagna di sottoscrizione. Alcune settimane fa la sezione locale di Verdi, Ambiente e Società aveva promosso una manifestazione davanti al Comune della cittadina della penisola sorrentina per denunciare il carattere discriminatorio dei provvedimenti che precludono ai non residenti l’accesso alle spiagge libere e per sottolineare come gran parte degli atti emanati negli ultimi anni dalle istituzioni comunali siano andati nella direzione di favorire forse eccesseivamente i concessionari ed i gestori delle aree attrezzate.

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