Albergatori e commercianti sul piede di guerra: nel mirino c’è il lockdown

I professionisti nel campo della ristorazione, delle vacanze e del commercio all’attacco del Governo Conte. La chiusura forzata per diverse settimane continua a non andare giù agli albergatori e ai venditori al dettaglio.

resort albergatori

Albergatori e commercianti non ci stanno e sono pronti a scendere in campo per protestare. Nel mirino c’è il Governo guidato da Giuseppe Conte, e in particolare la decisione di giungere al lockdown, avviato a inizio marzo e durato per due lunghissimi mesi. Una misura precauzionale che si è rivelata fondamentale per la salute dei nostri connazionali. Ma a quanto pare, gli albergatori e i professionisti non hanno affatto gradito. Tanto da dichiararsi pronti a tutto per far valere i propri diritti, dopo una primavera che per loro è stata terribile sul piano economico e umano.

È già stato composto un primo comitato, denominato Eolie 20-30 e che ha già previsto una richiesta di risarcimento danni nei confronti dello Stato. Si tratta, come si può intuire dal nome, di un gruppo di albergatori e ristoratori delle isole a Nord della Sicilia. Ma a loro potrebbero presto unirsi le altre categorie provenienti da tutta Italia. Del resto, che la situazione è grave lo fanno capire anche gli artigiani e i titolari di piccole imprese, anch’essi colpiti dall’emergenza Covid. “Rischiano di essere un’altra occasione persa“, hanno dichiarato a proposito dei nuovi provvedimenti che il Governo sta mettendo in atto.

E sulla base di quanto si è registrato nelle settimane successive alla fine del lockdown, la situazione resta critica. Sono davvero tanti gli esercizi commerciali che sono stati costretti a chiudere la saracinesca. Soprattutto tra gli albergatori e i commercianti, i principali animatori di questa serie di proteste. Ma anche la ristorazione non scherza: bar, ristoranti e altri locali hanno chiuso i battenti. E la desecretazione dei verbali del Comitato tecnico scientifico, che hanno sottolineato la scarsa necessità di un lockdown su scala nazionale, ha fatto il resto.

Conte torna nel mirino – meteoweek.com

Ma come detto, ci sono già in piedi alcuni comitati, come il già menzionato Eolie 20-30. Uno dei suoi portavoce, Fabrizio Famularo, ha fatto capire che in questo momento è importante limitare i danni e recuperare parte del tempo e del denaro perso. “Abbiamo perso troppi soldi, ci devono risarcire, ma a settembre ne riparleremo – ha dichiarato – . Adesso, qui alle Eolie, ristoratori e albergatori come me, sono tutti impegnati nel recuperare il tempo perduto e far fronte a una crisi assassina. Ma ho letto ieri che, secondo gli esperti, in alcune regioni come la Sicilia, il lockdown si poteva evitare“.

E dati alla mano, la disamina fatta da Famularo non è del tutto sbagliata. La Sicilia è stata una delle regioni meno colpite dall’emergenza Covid, nonostante sia una delle più grandi d’Italia e sia stata al centro del contro-esodo di inizio marzo, dopo l’annuncio del lockdown. Anzi, in Sicilia un errore nei calcoli (di fatto un raddoppiamento del conteggio dei positivi) ha ridotto ancor di più il computo generale. E Famularo prosegue: “Quello che è successo è inspiegabile. Soprattutto a fronte delle conseguenze disastrose. Appena avremo il tempo di discuterne affronteremo la questione da questa nuova prospettiva“.

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E anche sul piano degli aiuti in arrivo dall’Unione Europea, le categorie di cui sopra rischiano di non goderne. In particolare al Sud, dove c’erano ben 15 punti percentuali di Pil da recuperare rispetto al 2007, contro i sette del Centro-Nord. Gli albergatori e tutti gli altri commercianti del Meridione hanno chiesto un indennizzo al Governo. E vista la situazione, non è da escludere che questa richiesta venga rivista al rialzo. 100 miliardi di euro: questa la cifra monstre che poteva essere risparmiata o gestita meglio, se il lockdown non fosse avvenuto su scala nazionale, e non in maniera uniforme per tutti.

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