Cliente con la maglietta “Odio Napoli”, edicolante lo caccia via

Episodio di razzismo a cui però è arrivata immediatamente la giusta risposta. Avviene a Milano, fermata metro Dolino.

Una edicola ad una fermata metro a Milano. Giorno lavorativo di fine estate: non c’è troppa gente, i clienti sono un pò meno del solito. E si notano bene. Carlo Volpicelli, edicolante di origine napoletana che lavora alla fermata metro Molino Dorino a Milano, vede avvicinarsi un uomo, seguito da due bambini, presumibilmente i figli. Indossa una maglietta dal messaggio inequivocabile: “Odio Napoli”, c’è scritto. Un messaggio odioso, uno slogan che riporta la mente agli stadi ed agli insulti razzisti che spesso in quei contesti diventano linguaggio ufficiale. Ma alla mente viene anche la narrazione leghista “dominante” fino a qualche anno fa, che metteva al centro del mirino “politico” i cosidetti “terroni”. A quella fase risale il famoso coro “lanciato” a Pontida nel 2009 da Matteo Salvini contro i napoletani. Poi la Lega ed il suo leader sembrano aver cambiato idea, ma evidentemente a Milano non tutti l’hanno fatto. Ad esempio l’uomo che qualche mattina fa si è presentato all’edicola della fermata metro Dolino non sembra aver vergogna a girare con una maglietta del genere. Nonostante i bambini che si trovano insieme a lui. Ma la risposta che gli arriva dall’edicolante lo ha lasciato spiazzato: “Qua i razzisti non vengono serviti” Perchè dietro la cassa dell’edicola c’è Carlo Volpicelli: di origine napoletana, lavora a Milano da dieci anni e non sopporta i razzisti: Se ci fosse stato scritto odio i cinesi, odio Milano o Torino sarebbe stata la stessa cosa. Non è più possibile accettarlo, la gente dovrebbe denunciarle subito queste cose”. Cos’ l’edicolante ha argomentato la sua reazione. “L’ho visto subito avvicinarsi con quella maglietta ormai famosa e mi ha chiesto qualcosa” racconta. “Gli ho detto: ‘Guarda,  non riesco a servirti con quella maglietta’. Allora lui si è impuntato, io gli ho detto che cambiavo cassa ma lui ha preso degli snack e me li ha tirati contro. Poi ha iniziato a insultarmi e se n’è andato con i due bambini”.

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Carlo Volpicelli, l’edicolante anzirazzista che si è rifiutato di servire il cliente con la maglietta “Odio Napoli”

Il messaggio era inequivocabile: “Nemmeno ‘Odio il Napoli’, che non va bene ma almeno è attribuibile al calcio” aggiunge Carlo. “Il messaggio era inequivocabile, e senza dubbio razzista.  Un atteggiamento che bisogna iniziare a respingere anche nella quotidianità: “Credo che nel 2020 non possiamo più permetterci questo genere di cose – ha commentao Carlo – è razzismo puro, non possiamo buttarla sulle squadre di calcio e minimizzare”. “Come possiamo parlare di accoglienza nei confronti degli stranieri – prosegue Carlo – se poi tra italiani c’è ancora questo razzismo? Io mi sono rifiutato di servirlo, non so se per legge potevo farlo ma in quel momento mi sono sentito di farlo: qua i razzisti non vengono serviti”. Carlo gestisce l’edicola assieme a un socio, che è tifoso della Juventus. Al suo matrimonio ha invitato anche un ultras dell’Atalanta. Per lui, come dovrebbe essere per tutti, “una provenienza non può stabilire una persona”. Ma la questione non è minimizzabile ad una questione di tifo o di squadre di calcio, perché quella scritta sulla maglietta del cliente era una qualcosa che andava oltre gli sfottò calcistici: “In 10 anni un episodio così palese non mi era mai successo, spiega Carlo, che nella sua vita a Milano, insieme ai tanti amici che si è fatto, continua a lottare contro i pregiudizi da sfatare sia in un senso, verso i napoletani, sia nell’altro, verso la presunta freddezza dei milanesi. “Il 22 luglio è nato mio figlio: non posso pensare che odierà una città, un popolo o una nazione solo per sentito dire, per pregiudizi” conclude il coraggioso edicolante. “Quello che cercherò di far capire a mio figlio è che i pregiudizi rovinano il mondo”.

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