Ecco i Paesi che pubblicano le dichiarazioni dei redditi dei cittadini

Ai paesi del Nord Europa, noti per la loro trasparenza e democrazia si aggiunge a sorpresa il Pakistan. Anche l’Italia ci provò nel 2008: ecco com’è andata.

fisco pubblico per il nord europa e pakistan. italia fanalino di coda

Volete sapere quanto guadagna il vostro vicino di casa o il vostro collega? In Italia non potete farlo, ma se abitate in Nord Europa allora si, e più precisamente in Finlandia, Norvegia, Svezia, Islanda, con un semplice click o una telefonata potete mettervi al corrente dei guadagni altrui. E non è tutto. Ai quattro Paesi nordeuropei più trasparenti al mondo, si aggiunge un inaspettato outsider dall’altra parte del mondo, il Pakistan. Stati diversissimi in tutto ma accomunati da un’unica volontà: quella di far cadere l’ultimo tabù in fatto di privacy sui nostri guadagni.

L’inchiesta

L’inchiesta denominata “Fiume di denaro” è stata portata avanti dal Sole 24 Ore che ha indagato circa le dichiarazioni dei redditi dei singoli cittadini all’interno dei cinque paesi nordeuropei di antica tradizione democratica a cui si aggiunge anche il Pakistan. Quando ci provò l’Italia, nel lontano 2008, successe il finimondo: le dichiarazioni dei redditi vennero pubblicate on-line per volere dell’allora Ministro dell’Economia, Visco e del direttore dell’Agenzia delle Entrate, Romano, ma difronte all’intervento del Garante della privacy e delle polemiche politiche, capitolarono dopo poche ore. Il tabù che lega redditi e privacy resiste saldamente in tutto il mondo, mentre non ci preoccupiamo affatto dell’enorme quantità di informazioni che ogni giorno diamo in pasto alle varie società dell’Hi tech.

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Il Nord Europa

In Norvegia il 5 Novembre è la giornata del “Click Day”. E’ una tradizione iniziata nel 2001, quando i dati sono stati digitalizati e inseriti nel sito dell’Agenzia delle Entrate. Da quel giorno l’amministrazione fiscale di Oslo ha messo on-line tutte le dichiarazioni dei redditi dei norvegesi. Ancora oggi chi vuole può scaricare l’app Skattelister che consente di consultare le classifiche generali dei redditi suddividendole anche in base al liogo di residenza dei contribuenti norvegesi. Molti siti avevano realizzato motori di ricerca appositi e i dati erano finiti indicizzati alla faccia della privacy. Per tale motivo il governo ha imposto una stretta a questo “vouyerismo fiscale” e dunque oggi è possibile consultare i redditi altrui usando un codice pin ed una password per accedere al sito dell’Agenzia delle Entrate dove è possibile consultare fino ad un massimo di 500 nominativi al mese.

La Finlandia

Qui, il tabù sulla privacy in materia fiscale è caduto sempre agli inizi degli anni 2000 e viene ricordato come “il giorno dell’invidia”: l’amministrazione fiscale non pubblica on line le informazioni ma le rende disponibili ai giornalisti seguendo una procedura molto dettagliata. Il Fisco non divulga i redditi di tutti i contribuenti ma solo quelli delle persone fisiche e giuridiche che guadagnano oltre i 100.000 euro.

La Svezia

In Svezia basta digitare un numero telefonico per essere al corrente dei redditi dei contribuenti del paese scandinavo, ma anche qui, in seguito ad un’eccessiva richiesta, è scattata una stretta da parte del governo. A partire dal 2007 la richiesta non viene più fatta in forma anonima, ma il soggetto della ricerca viene informato sul nominativo della persona che ha acquisito informazioni su di lui. La fine dell’anonimato ha di fatto ridotto il numero delle richieste negli ultimi anni. Continuano invece a circolare dei cataloghi, sia cartacei che digitali, con cui, sempre in forma anonima, uno svedese può consultare quanto guadagna il vicino di casa.

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L’Islanda

Nella terra dei ghiacci invece, l’Agenzia delle Entrate di Reykjavik rende pubbliche le dichiarazioni dei redditi dei contribuenti islandesi per un periodo limitato di tempo di circa due settimane, ma a differenza di quanto accade in Norvegia, i dati non vengono pubblicati dall’Agenzia.

Il Pakistan

Il paese asiatico è riuscito negli ultimi anni a fornire un esempio unico di trasparenza in quella parte del mondo: dal 2014 i redditi dei contribuenti pakistani sono stati pubblicati per la prima volta sul sito del Federal bureau of revenue, l’agenzia delle Entrate pakistana. Tale traguardo è stato possibile grazie al lavoro svolto da Umar Cheema, giornalista investigativo di uno dei più importanti giornali pakistani che grazie alle sue inchieste ha smascherato la corruzione all’interno del Parlamento pakistano e a permesso la nascita della legge che impone per i politici la pubblicazione delle tasse pagate.

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