Ritrovarsi a fare l’impossibile | Il Vangelo di oggi domenica 4 ottobre 2020

Se prima pensiamo al necessario, poi al possibile, infine potremmo ritrovarci a fare l’impossibile! Questo cammino di santità ce lo incida con la sua proverbiale semplicità San Francesco, esempio fulgido da cui tutti possiamo prendere ispirazione.

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Ritrovarsi a fare l’impossibile | Il vangelo di oggi 4 ottobre 2020 – meteoweek.com

LITURGIA DELLA PAROLA – Domenica 4 Ottobre 2020

S. FRANCESCO D’ASSISI, patrono d’Italia (f)
La vigna del Signore è la casa d’Israele
Is 5,1-7; Sal 79; Fil 4,6-9; Mt 21,33-43

PRIMA LETTURA

La vigna del Signore degli eserciti è la casa d’Israele.
Dal libro del profeta Isaia 5,1-7
Voglio cantare per il mio diletto il mio cantico d’amore per la sua vigna. Il mio diletto possedeva una vigna sopra un fertile colle. Egli l’aveva dissodata e sgombrata dai sassi e vi aveva piantato viti pregiate; in mezzo vi aveva costruito una torre e scavato anche un tino. Egli aspettò che producesse uva; essa produsse, invece, acini acerbi. E ora, abitanti di Gerusalemme e uomini di Giuda, siate voi giudici fra me e la mia vigna. Che cosa dovevo fare ancora alla mia vigna che io non abbia fatto? Perché, mentre attendevo che producesse uva, essa ha prodotto acini acerbi?

Ora voglio farvi conoscere ciò che sto per fare alla mia vigna: toglierò la sua siepe e si trasformerà in pascolo; demolirò il suo muro di cinta e verrà calpestata. La renderò un deserto, non sarà potata né vangata e vi cresceranno rovi e pruni; alle nubi comanderò di non mandarvi la pioggia. Ebbene, la vigna del Signore degli eserciti è la casa d’Israele; gli abitanti di Giuda sono la sua piantagione preferita. Egli si aspettava giustizia ed ecco spargimento di sangue, attendeva rettitudine ed ecco grida di oppressi.
Parola di Dio.

SALMO RESPONSORIALE (Dal Salmo 79)

R. La vigna del Signore è la casa d’Israele.
Hai sradicato una vite dall’Egitto,
hai scacciato le genti e l’hai trapiantata.
Ha esteso i suoi tralci fino al mare,
arrivavano al fiume i suoi germogli. R.

Perché hai aperto brecce nella sua cinta
e ne fa vendemmia ogni passante?
La devasta il cinghiale del bosco
e vi pascolano le bestie della campagna. R.

Dio degli eserciti, ritorna!
Guarda dal cielo e vedi
e visita questa vigna,
proteggi quello che la tua destra ha piantato,
il figlio dell’uomo che per te hai reso forte. R.

Da te mai più ci allontaneremo,
facci rivivere e noi invocheremo il tuo nome.
Signore, Dio degli eserciti, fa’ che ritorniamo,
fa’ splendere il tuo volto e noi saremo salvi. R.

SECONDA LETTURA

Mettete in pratica queste cose e il Dio della pace sarà con voi.
Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Filippesi 4,6-9
Fratelli, non angustiatevi per nulla, ma in ogni circostanza fate presenti a Dio le vostre richieste con preghiere, suppliche e ringraziamenti. E la pace di Dio, che supera ogni intelligenza, custodirà i vostri cuori e le vostre menti in Cristo Gesù. In conclusione, fratelli, quello che è vero, quello che è nobile, quello che è giusto, quello che è puro, quello che è amabile, quello che è onorato, ciò che è virtù e ciò che merita lode, questo sia oggetto dei vostri pensieri. Le cose che avete imparato, ricevuto, ascoltato e veduto in me, mettetele in pratica. E il Dio della pace sarà con voi!
Parola di Dio.

IL VANGELO DI OGGI – Domenica 4 Ottobre 2020

Darà in affitto la vigna ad altri contadini.
+ Dal Vangelo secondo Matteo 21,33-43
In quel tempo, Gesù disse ai capi dei sacerdoti e agli anziani del popolo: «Ascoltate un’altra parabola: c’era un uomo che possedeva un terreno e vi piantò una vigna. La circondò con una siepe, vi scavò una buca per il torchio e costruì una torre. La diede in affitto a dei contadini e se ne andò lontano. Quando arrivò il tempo di raccogliere i frutti, mandò i suoi servi dai contadini a ritirare il raccolto. Ma i contadini presero i servi e uno lo bastonarono, un altro lo uccisero, un altro lo lapidarono. Mandò di nuovo altri servi, più numerosi dei primi, ma li trattarono allo stesso modo.

Da ultimo mandò loro il proprio figlio dicendo: “Avranno rispetto per mio figlio!”. Ma i contadini, visto il figlio, dissero tra loro: “Costui è l’erede. Su, uccidiamolo e avremo noi la sua eredità!”. Lo presero, lo cacciarono fuori dalla vigna e lo uccisero. Quando verrà dunque il padrone della vigna, che cosa farà a quei contadini?». Gli risposero: «Quei malvagi, li farà morire miseramente e darà in affitto la vigna ad altri contadini, che gli consegneranno i frutti a suo tempo». E Gesù disse loro: «Non avete mai letto nelle Scritture: La pietra che i costruttori hanno scartato è diventata la pietra d’angolo; questo è stato fatto dal Signore ed è una meraviglia ai nostri occhi? Perciò io vi dico: a voi sarà tolto il regno di Dio e sarà dato a un popolo che ne produca i frutti».
Parola del Signore.

COMMENTO AL VANGELO DEL GIORNO – Ritrovarsi a fare l’impossibile

Quando Dio affida un dono, una responsabilità, si aspetta che chi lo ha ricevuto, prima o poi, produca i frutti di salvezza che Dio aveva pensato. Ogni dono infatti, non è per vanagloria personale o per chissà quale merito proprio ma, insieme ai propri sforzi, è volontà di Dio. Egli vuole ed è contento che si abbiano doni, talenti, responsabilità. Se sapessimo quanto Dio opera e permette, e quanto poco contano a pari merito i nostri sforzi, avremmo un atteggiamento diverso nei confronti d tutto ciò che abbiamo. Lo considereremmo un dono prezioso. Se noi abbiamo molto ed altri molto poco, non è perché siamo chissà quanto migliori o più fortunati, ma è affinché possiamo mettere a frutto per gli altri e per il Regno di Dio ciò che lui ci ha donato.


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Come? Seminando frutti di amore, spogliandoci dei nostri egoismi e divenendo noi stessi dono per gli altri, e non geloso tesoro di noi stessi. Questo è’ l’esempio che ci dà San Francesco di Assisi, che oggi si festeggia. Questo grande Santo sposò la povertà come uno stile di vita, per essere a disposizione degli ultimi, dei malati, dei bisognosi, rinunciando a tutti i beni che aveva. Un esempio quasi impossibile da concepire, se consideriamo le nostre piccolezze, davanti alle quali i santi, i benefattori, i missionari, ma anche i volontari che dedicano la propria vita agli, altri sembrano dei giganti inaccessibili.

Eppure, come dice il Santo, “cominciate col fare ciò che è necessario, poi ciò che è possibile. E all’improvviso vi sorprenderete a fare l’impossibile”. Ciò vuol dire che per essere santi non bisogna partire da grandi cose, ma dalle piccole cose di tutti i giorni. Da ciò che è giusto, senza trascurare i nostri piccoli doveri, partendo da ciò che il nostro cuore, guidato anche dalla Parola di Dio, ci indica come importante. Se lo seguiremo, a poco a poco ci troveremo a fare prima ciò che è necessario, poi il possibile, e poi chissà… Un giorno ci ritroveremo a fare ciò ci sembrava impossibile per le nostre forze, educando la nostra vita al bene, riconoscendo dove non abbiamo fatto bene per poter ripartire da lì ogni giorno, mettendo a frutto le nostre capacità per il bene grande che ci indica Dio.

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