“In pizzeria non veniamo, siete gay”: la reazione dei due titolari

Gaetano e Stefano sono i titolari di una pizzeria a Torino. Entrambi sono gay e sono stati destinatari di una lettera omofoba di un cliente. La loro replica: “La gente si nasconde dietro le lettere, non ha le palle di dirci le cose in faccia”.

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Uno dei titolari della pizzeria della discordia – meteoweek.com

Nel 2020 c’è ancora spazio per accuse forti, di stampo omofobo, nel nostro Paese. Questa volta, i destinatari di questo attacco sono due titolari di una pizzeria di Torino. Gaetano e Stefano sono i due gestori di un locale abbastanza conosciuto, ma forse non abbastanza per evitare frasi offensive nei confronti dei due ragazzi. Tanto che, dopo la decisione di non aprire il locale a pranzo, è arrivata una lettera che insulta i titolari. Come se questa nuova decisione sugli orari di apertura fosse una buona scusa per ricordare l’omosessualità di Gaetano e Stefano.

Egregi signori titolari della Pizzeria 150 – si legge nella lettera – in un momento in cui tutti hanno voglia di riaprire e ricominciare, dopo una lunga pausa… voi due decidete di non riaprire all’ora di pranzo per un motivo sconosciuto. Considerando però che ho saputo da poco che siete due noti “culattoni” (io sono di Milano e da noi si dice così), penso che il male maggiore ce l’abbiate in corpo già voi (Aids), per cui siamo noi clienti ad aver paura nel venire da voi (anche la sera). Buonanotte“.

Un testo che non avrebbe bisogno di commento, se non per amplificare il coro contro la nuova ondata di omofobia. Ma i due titolari della pizzeria torinese hanno deciso di replicare, e di farlo anche attraverso toni forti. E così, alla lettera piuttosto offensiva ha fatto seguito un duro post pubblicato da Gaetano e Stefano sui social. Un lungo testo con il quale ci si sfoga contro questa nuova moda, che consiste anche nel rifugiarsi dietro una tastiera o un foglio di carta, pur di non affrontare le persone faccia a faccia. Un po’ com’è accaduto a loro due.

La lettera arrivata ai titolari della pizzeria – meteoweek.com

E così, sono stati i social a offrire un canale di sfogo ai titolari della pizzeria. “Ci siamo sforzati di trovare un nesso tra la mancata riapertura del negozio a pranzo e la nostra vita privata, dopo qualche ora siamo giunti alla conclusione che probabilmente avresti bisogno di uno psichiatra, fai tesoro dei consigli che ti diamo“. Gaetano e Stefano continuano scrivendo che “in genere, abituati da sempre a vivere la nostra vita liberi e felici caro il nostro frustrato e probabilmente anche insignificante nella vita, abbiamo serie difficoltà a considerare le tue parole offensive, non ci hai messo neanche la faccia“.

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Geetano e Stefano proseguono l’attacco nei confronti del mittente della lettera, dicendo di non essere “in grado di sostenere ciò che pensi”. “Già questo ci dice abbastanza di te – proseguono i titolari della pizzeria – , tra l’altro, mentre noi si vive felici e contenti, tu spendi tempo per metterti li a scrivere a macchina, imbustare, uscire di casa fino alla posta, spendere dei soldi per un francobollo, per cosa poi?“. Dunque i titolari del locale rafforzano la propria decisione, ma al tempo stesso anche l’orgoglio di essere gay.

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Quando sei circondato da persone che ti vogliono bene , basta fare le domande giuste alle persone giuste e si scoprono molte cose, arrivare a te, caro coglione, sembra più facile del previsto, a presto“. E non potevano mancare le reazioni nei confronti di questo lungo post sui social. Si è trattato per la maggior parte di reazioni in favore della coppia di titolari della pizzeria. E c’è anche chi scrive “ora ho un motivo in più per venire a mangiare la pizza da voi“. Anche questi sono segni di una popolazione che cambia e si evolve.

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