Scuola, docenti chiedono il rinvio del concorso: “Si rischia bomba di contagi”

Scuola, docenti chiedono il rinvio del concorso: “Arginare i danni di quella che si configura come bomba di contagi”.  Si uniscono al coro anche i governatori regionali della Lega: “Il rinvio è atto opportuno e di buonsenso”.

scuola - rinvio concorso
foto di repertorio – scuola, docenti chiedono il rinvio del concorso

Arrivano forti critiche dal fronte docenti, nei confronti della ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina. In particolare, il corpo insegnanti si sta scagliando già da diversi giorni contro le disposizioni del Ministero per ciò che riguarda l’effettuazione delle procedure concorsuali di assunzione e abilitazione alla professione. Primo appuntamento riguarda il concorso straordinario, che avrà inizio il 22 ottobre, ma del quale partiti e docenti chiedono a gran voce il rinvio e lo slittamento a date più “sicure”.

Il concorso si configura come una “bomba epidemiologica”

Chiediamo il rinvio del concorso a tempi migliori al fine di arginare i danni di quello che si configura a tutti gli effetti come una bomba epidemiologica di cui qualcuno prima o poi dovrà rendere conto alle famiglie e agli studenti dai quali torneremo in classe il giorno successivo a fare lezione”. Questo è quanto scrivono i docenti precari in un lungo post su Facebook, pubblicato dal gruppo “No concorso straordinario durante Covid”. Una comunità di docenti, questa, che conta già oltre 3.500 partecipanti.

“Apprendiamo con grande sconcerto – scrivono ancora i docenti – che il ministero dell’Istruzione, le Regioni e tutte le altre parti coinvolte, completamente incuranti della preoccupante quanto rapida degenerazione della situazione epidemiologica, continuano a mandare avanti la procedura ‘concorso scuola straordinario’, indetto dalla ministra Azzolina”. Una prodedura, questa, che prevederà “lo spostamento in massa di migliaia di docenti, sia internamente che esternamente alle regioni” – si parla, ricordiamo, di circa 60mila insegnanti.


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Lo spostamento in massa dei docenti, però, è ulteriormente aggravato dal fatto che per sostenere le procedure, molti di loro saranno costretti a spostarsi anche al di fuori dei loro confini regionali. “Sono migliaia i docenti che sosterranno i concorsi fuori regione – si legge infatti nel post – che per raggiungere le sedi concorsuali dovranno sottoporsi a rischiosi viaggi con mezzi pubblici”. E chiaramente, queste stesse “migliaia di docenti dovranno poi tornare il giorno successivo del concorso nelle proprie aule come potenziali e inconsapevoli soggetti virulenti“.

Oltre ai palesi rischi di sviluppo di nuovi focolai connessi agli spostamenti dei docenti e all’effettiva sessione concorsuale da svolgersi in sede e in presenza, altro punto sul quale gli insegnanti si stanno battendo è relativo alla disparità sociale per la quale saranno chiamati ad affrontare la prova. Questo poiché, infatti, tutti i precari che al momento – o semplicemente poco prima – della data della prova risultassero in quarantena, in isolamento o positivi al Covid-19, non potranno partecipare “alla prova concorsuale” per la quale sono “in attesa da oltre 6 anni, dal momento che sono 6 anni che non vengono banditi concorsi”.

Il rischio, concludono allora gli insegnati, è “che questo concorso si trasformi nella Atalanta-Valencia di febbraio 2020. […] Siamo allibiti dalla miopia del ministero, del governo, delle Regioni in tal senso e sconcertati dalla approssimazione e dalla superficialità di una gestione siffatta”.


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Anche la Lega chiede il rinvio del concorso

“Rinviare il concorso straordinario per gli insegnanti è un atto opportuno e di buonsenso. In un momento in cui è necessario porre rinnovata e massima attenzione per contrastare la pandemia, insistere per svolgere un mega concorso mettendo a repentaglio la salute di tante persone pensiamo non sia la strada giusta da seguire. Come governatori della Lega chiediamo di porre fine a questo inutile braccio di ferro e di rinviare la prova, così come è già accaduto per altre categorie”. Queste le parole espresse in una nota congiunta e firmata dai governatori della Lega Attilio Fontana, Massimiliano Fedriga, Maurizio Fugatti, Christian Solinas, Donatella Tesei e Luca Zaia.

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