Coronavirus, cosa sta succedendo in Cina dopo la pandemia

La Cina? Il primo Paese ad ammalarsi, ma anche il primo a guarire. La seconda economia più grande del mondo ha registrato una crescita del Pil nel terzo trimestre del 4,9% rispetto a un anno fa, superando le aspettative. 

Una linea alta, altissima; e poi giù, rasa al suolo, dritta e costante. E’ la linea che descrive l’andamento dei contagi da Coronavirus in Cina, proprio quella Cina da cui è partito tutto. Una Cina disperata, moltissimi mesi fa; e che ora invece respira, mentre mezzo mondo è alle prese con una gestione ancora troppo difficile, ancora troppo oscura. Secondo gli ultimi dati, l’economia del Paese ha registrato nel terzo trimestre una crescita del 4,9%,  rimanendo al di sotto delle attese che davano la crescita al 5,2% nel periodo compreso tra luglio e settembre. Ma dati più confortanti arrivando guardando al mese scorso. La produzione industriale è aumentata per il sesto mese consecutivo a un ritmo del 6,9% su base annua, ben al di sopra delle aspettative.

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Dati incoraggianti vengono anche dai consumi interni. Le vendite al dettaglio sono cresciute del 3,3% a settembre, superando le aspettative di un +1,8%, e registrando segno positivo per il secondo mese consecutivo, dopo il +0,5% di agosto scorso. Cresciuti anche gli investimenti fissi dello 0,8%, mentre l’indice di disoccupazione delle aree urbane si appiattisce, passando dal 6,2% dello scorso febbraio al 5,4% del mese scorso. Mentre tutte le altre economie vanno a picco, la Cina da segnali positivi. Il Fondo Monetario Internazionale prevede addirittura una crescita del gigante asiatico all’8,2%. La ripresa della Cina trascinerebbe anche le altre economie, riducendo il calo dell’economia a livello mondiale, ad oggi prevista al -4,4% a fine anno.

I ricchi? Ancora più ricchi

Non è tutto, perché secondo una classifica della Hurun Rich List 2020 – un elenco di super ricchi – in Cina anche la ricchezza viaggia a ritmi eccezionali. I cosiddetti “paperoni”, nel 2020 hanno visto crescere il loro patrimonio di 1.500 miliardi di dollari, raggiungendo i 4mila miliardi. In cima alla lista c’è Jack Ma, co-fondatore dell’Amazon cinese. Le sue fortune sono aumentate del 45%, seguito da Pony Ma, che ha fatto fortuna con l’abbinamento della sua impresa tecnologica a vari servizi di messaggistica. Anche Zhong Shanshan ha sbancato, con la quotazione a Hong Kong dell’acqua minerale in bottiglia Nongfu Spring. E c’è anche Wang Xing di Meituan-Dianping, re delle consegne del cibo, che ha quadruplicato gli asset a 25 miliardi. Cosa li ha favoriti? Sicuramente il clima pandemico. Ma anche il contesto: i sostegni da parte di banche centrali e governi; ma anche l’e-commerce, nuova frontiera dell’economia.

Gli imprenditori cinesi hanno fatto meglio del previsto e, nonostante il Covid-19, sono saliti a livelli record. La ripresa economica, insomma, soddisfa la popolazione che vive ormai serena, o comunque meglio di altre. Europa e Stati Uniti arrancano, ma la Cina è insomma ripartita. Perché? Sono stati certamente studiati protocolli di gestione sanitari ed economici funzionali ad una ripartenza. Ma in più, dicono gli esperti, Pechino avrebbe avuto una maggiore velocità di reazione in quanto stato autoritario. Autoritarie, ad esempio, sono state le misure di prevenzione imposte, come il lockdown. Lockdown rigido, ferreo, serrato.  La ripresa di oggi, però, permette ai cinesi di guardare con fiducia nel loro governo, più che alle restrizioni.

La strategia cinese

“La Cina adesso punta alla ripresa con una strategia che non è frutto della pandemia, ma una prosecuzione di quello che era già stato avviato”, fa notare Giulia Sciorati, ricercatore per l’Osservatorio Asia di Ispi ed esperta di Cina e relazioni internazionali in un’intervista a Il Fatto quotidiano. Si promuovono quindi i consumi interni più dell’export, così da essere meno dipendenti dall’esterno; si promuove la regionalizzazione; si punta sulla tecnologia. Il piano “Made in China 2025”, del resto, aveva permesso a Pechino di acquisire la supremazia tecnologica mondiale. Un primato che oggi appartiene agli Stati Uniti ma che è a rischio. E la Cina potrebbe riprendere il controllo.

Certo, in Cina sei monitorato e controllato, oggi più di ieri. Non c’è democrazia, ma un governo autoritario che certo, a guardare i numeri, ha dato vantaggio. Così, quando da noi è esploso il Covid, la Cina era già in fase discendente. Insomma: loro stati i primi ad ammalarsi, ma sono anche i primi a essere guariti. Così, oggi si guarda alla Cina con stupore ed incredulità. Noi traballiamo, loro avanzano. E la seconda economia più grande del mondo ha registrato una crescita del PIL nel terzo trimestre superando addirittura le aspettative.

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